Del bleaching, lo sbiancamento dei coralli dovuto alla perdita della loro alga simbionte, scriviamo spesso. Nell'ultimo anno, complice l'influsso di El Niño, questo fenomeno ha interessato una porzione incredibilmente estesa della Grande Barriera Corallina australiana, determinando la mortalità di fino alla metà dei coralli del margine settentrionale del reef.
Distacco. I coralli stressati dal riscaldamento dei mari e dal cambiamento di composizione chimica delle acque espellono le alghe unicellulari della famiglia delle Zooxanthellae che danno loro il colore e che - attraverso la fotosintesi - garantiscono il loro nutrimento. Senza la presenza delle loro ospiti, i coralli schiariscono e divengono vulnerabili alle malattie, finendo per morire "di fame".
In laboratorio. Per capire come funzioni questo processo, un team di biologi dell'Università del Queensland (Australia) ha sistemato una colonia di coralli anemone Heiiofungia actiniformis in un acquario, e innalzato gradualmente la temperatura dell'acqua da 26 a 32 °C. I coralli sono rimasti in questa situazione di stress termico per 8 giorni, durante i quali sono stati filmati con microscopi e fotocamere digitali.
Rigurgito di alghe. Il risultato è il time-lapse che vedete qui sopra, che mostra la colonia gonfiarsi fino a 3 volte le dimensioni originali, per poi espellere, come un mantice, una nuvola di alghe verdastre. L'intero fenomeno è avvenuto in modo piuttosto violento e anche velocemente: le prime reazioni dei coralli sono avvenute dopo due ore dall'inizio del riscaldamento della vasca.
Tutte in una volta. Secondo gli esperti, proprio la decisa reazione di espulsione di questo tipo di corallo potrebbe essere la chiave della sua sopravvivenza agli eventi di bleaching di più lunga durata. Il corallo anemone, infatti, non è una delle specie più duramente interessata dalla morìa da sbiancamento.