Parlare con le piante è ovviamente impossibile, dal momento che non hanno un apparato uditivo. Comunicare con le piante, però, è fattibile: anche loro recepiscono i segnali ambientali, dalla temperatura all'umidità passando, ovviamente, per la luce. Ed è proprio quest'ultima a essere stata utilizzata in un esperimento il cui scopo era quello di usare segnali luminosi per "avvertire" alcune piante di tabacco dell'imminente arrivo di un pericolo. Lo studio è stato pubblicato su PLOS Biology.
Dai batteri alle piante. La tecnologia usata per comunicare con le piante di tabacco, chiamata Highlighter, è legata alla cosiddetta optogenetica, cioè la scienza che studia come controllare l'espressione di certi geni usando solo la luce: grazie all'uso di microscopici fasci mirati è possibile attivare o deattivare uno specifico processo biologico.
L'optogenetica è stata sperimentata prima di tutto su forme di vita unicellulari, nelle quali è più facile "puntare" la luce verso specifici fotorecettori; le piante ne hanno molti di più, e ogni specie ha quindi bisogno di una calibrazione particolare. Una volta elaborata quella per il tabacco, il team di Cambridge ha così potuto "parlare" con le piante.
Il futuro dell'agricoltura è luminoso? In particolare, le comunicazioni luminose spedite alla pianta ne hanno attivato il sistema immunitario, provocando la stessa risposta che il tabacco avrebbe avuto di fronte all'arrivo di un parassita. Secondo gli autori dell'esperimento, questa tecnica può essere anche trasportata sul campo, e utilizzata per avvertire le piante dell'arrivo imminente di un pericolo. Non solo biologico: è possibile anche usare la luce per avvertire le piante che sta arrivando un'ondata di calore o un periodo di siccità, e convincerle quindi a risparmiare acqua, o a rallentare la loro crescita in attesa di tempi migliori. Se si riuscisse a usare Highlighter su larga scala, la tecnica potrebbe portare benefici notevoli ai raccolti – per ora di tabacco, in futuro anche di altre specie.