L’ipotesi più accreditata è che la parte fluida del nucleo terrestre si muova a causa della convezione (spostamenti di materia dovuti a differenze di temperature) oppure a causa della rotazione del pianeta: ciò formerebbe un circuito elettrico profondo in corrispondenza dell’Equatore, che a sua volta creerebbe un campo magnetico quasi allineato con l’asse di rotazione, a somiglianza di una barra calamitata, con i poli in corrispondenza del polo nord e del polo sud magnetici.
Altri movimenti di fluidi, che avvengono a profondità inferiore (nel mantello), generano campi secondari che influiscono su quello principale.
Torrenti infernali. Secondo alcuni ricercatori dell’università di Harvard, i “fiumi di lava” principali, cioè quelli del nucleo esterno, raggiungerebbero velocità pari a 30 chilometri all’anno, e ogni loro variazione si ripercuoterebbe sul campo magnetico terrestre.
I poli magnetici si possono anche invertire, come già accaduto in passato. Un simile rovesciamento potrebbe essere in corso proprio adesso, perché da vari secoli si misura un progressivo indebolimento del campo magnetico principale.