Il dibattito scientifico su chi abbia fatto scomparire tigri dai denti a sciabola, mega-bisonti, mammut e lupi giganti, prima e dopo l’ultima glaciazione, dura ormai da oltre quarant’anni. Ma ora sembra giunta a conclusione, con un approfondito studio che incolpa... Homo sapiens.
Un gruppo di bioinformatici danesi, dell’università di Aarhus, ha preso in esame tutti i dati che riguardano la distribuzione della cosiddetta megafauna (cioè mammiferi pesanti più di 40-45 kg) in tutto il mondo e nelle epoche che vanno da 132.000 a 1.000 anni fa. In questo periodo ci sono state glaciazioni e periodi caldi, con modifiche, anche pesanti, del clima e dell’ecologia del pianeta; foreste sono scomparse e ritornate, specie animali e vegetali si sono evolute per adattarsi all'ambiente, interi ambienti sono nati o svaniti. Anche se nel processo evolutivo l'estinzione è un fatto noto e naturale, però, le decine di specie scomparse in questo periodo sono sempre state un rompicapo per i paleontologi.
I ricercatori danesi hanno stabilito che delle 177 specie di grossi mammiferi scomparsi, 62 specie erano sudamericane, 43 nordamericane, 38 asiatiche, 26 australiane, 19 europee e 18 africane. E, dopo l'analisi della situazione, hanno cercato di connettere gli indizi e hanno stabilito che la maggior parte delle estinzioni sono da imputare proprio all’arrivo dell’uomo.
Clima, meteoriti e uomini. Questo studio smentisce tutte le altre ipotesi che erano state fatte sulle estinzioni dei grandi animali, come quella che dava la colpa ai cambiamenti climatici (che almeno al tempo non erano responsabilità dell’uomo...), l’impatto di un asteroide o la presenza di un virus universale. Poiché non esistono prove per queste due ultime cause, gli statistici si sono concentrati sull’arrivo dell’uomo nei vari continenti e sui cambiamenti di clima.
Per questi ultimi la statistica dice che forse hanno contribuito in parte a estinguere alcune specie in Eurasia. Ma è proprio l’arrivo di un superpredatore come l’uomo che ha letteralmente spazzato via molte specie. Non solo direttamente, uccidendo e mangiando bisonti, mammut e cavalli, ma anche togliendo le prede da sotto i denti di tigri, leoni o lupi.
L’ondata di estinzioni ha colpito anche gli uccelli (com’è accaduto ai moa, uccelli terricoli grandi due volte uno struzzo che abitavano in Nuova Zelanda prima che arrivasse la nostra specie) e ha modificato profondamente gli ecosistemi di tutti i continenti. Insomma, la Sesta Estinzione, che stiamo vivendo, ha avuto dei precedenti migliaia di anni fa.
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