In giapponese la parola tsunami indica un'onda marina di grande altezza ed estensione, estremamente carica di energia: si sposta molto velocemente e, in prossimità della costa, per effetto della progressiva e rapida riduzione di profondità, cresce in altezza fino ad assumere l'aspetto e le dimensioni di un vero e proprio muro d'acqua alto perfino qualche decina di metri. Un evento di questo genere può distruggere ogni cosa - navi, porti, edifici - e trascinare via migliaia di persone.
Gli tsunami possono essere generati da grandi smottamenti lungo le coste, oppure dalle violente e improvvise spinte che il fondale oceanico, muovendosi verso l'alto e verso il basso quando viene scosso da un terremoto profondo, trasmette alla massa d'acqua soprastante.
Alcuni studiosi canadesi di geofisica hanno ipotizzato che alcuni tsunami che in passato hanno colpito le coste giapponesi potrebbero essere stati generati addirittura da terremoti che si sono verificati lungo la costa occidentale del Nordamerica (California e Canada). Se così fosse, vorrebbe dire che l'onda avrebbe attraversato l'intero Oceano Pacifico senza perdere energia in modo significativo. Secondo i ricercatori, questo potrebbe essere accaduto nel caso dello tsunami che nel gennaio del 1700 devastò le coste di Hondo, la maggiore isola dell'arcipelago giapponese.