La criptobiosi, o anabiosi, è la capacità di alcuni organismi di sopravvivere a lungo in uno stato di “sospensione animata”, una specie di torpore profondo in condizioni climatiche proibitive, per esempio nei ghiacci. Il fenomeno riguarda organismi come i nematodi, piccoli vermi che sono gli animali multicellulari più numerosi del pianeta (ne esistono ovunque sia presente la vita e raggiungono la massima densità, 20 milioni per metro quadrato, negli estuari fangosi) e alcuni rotiferi (organismi acquatici visibili solo al microscopio), e un phylum di animali chiamati Tardigradi. Quando l’ ambiente si fa ostile questi organismi modificano l’idratazione delle loro proteine e delle membrane cellulari sintetizzando una sostanza “antigelo”, il glicerolo. Alcuni casi di criptobiosi studiati in laboratorio sono impressionanti. Un Dytilechus dipsaci, parassita delle piante, è “risorto” naturalmente dopo 23 anni, mentre altri, dopo essere stati portati a temperature di decine di gradi sotto zero sono stati “resuscitati” con una iniezione di glicerolo. Durante la criptobiosi non è possibile la riproduzione, che però può riprendere con un’adeguata provvista d’acqua e condizioni climatiche accettabili per periodi abbastanza lunghi.