Anche se abitualmente considerato un mare, il Mar Morto è in realtà un lago: è un bacino chiuso, da dove l’acqua esce solo per la forte evaporazione causata dal clima caldo e secco. Proprio per questo motivo, nel corso di migliaia di anni, i sali presenti nelle acque si sono sempre più concentrati: oggi la salinità media del Mar Morto (23%) supera di dieci volte quella degli oceani. Questa situazione provoca anche una maggiore densità dell’acqua, per cui l’ossigeno si diffonde con difficoltà: lo si trova solo nei 40 metri d’acqua superficiali, mentre più sotto è assente, e anzi c’è acido solfidrico, velenoso. È evidente quindi quanto sia difficile vivere in situazioni così estreme: non risulta che nel Mar Morto vi siano pesci. Sono stati però ritrovati diversi microrganismi: un protozoo ciliato, alcune specie di alghe azzurre, un’alga verde e vari batteri che ricavano energia sfruttando lo zolfo, il ferro, l’azoto, l’ammoniaca o la cellulosa. Alcuni tra loro sono in grado di vivere anche in assenza di ossigeno. Tra questi, grandi un millesimo di millimetro e non nocivi per l’uomo, il Flavobacterium marismortui, diversi Halococcus e l’Halobacterium halobium, che possiede un pigmento rosso che gli permette di utilizzare l’energia solare e di espellere il sale in eccesso.