Natura

Calamità climatiche: cifre da guerra mondiale

Secondo un rapporto del World Meteorological Organization nel periodo 1970-2012 ci sono state quasi due milioni di vittime a causa di eventi meteorologici estremi e triliardi di dollari di danni. 

Quanto è avvenuto a Refrontolo, nel trevigiano, il 2 agosto 2014, che ha causato la morte di 4 persone, è solo l’ultimo disastro da imputare in parte all’uomo (per l'incuria nostra e delle istituzioni verso il territorio) e in parte a un evento climatico anomalo. E i dati di quanto sta avvenendo sul nostro pianeta in questi anni sono da guerra mondiale. Secondo l’ultimo lavoro da poco pubblicato dal WMO (World Meteorological Organization) dal 1970 al 2012, vi sono stati 8.835 disastri imputabili al clima, con 1.940.000 morti e 2,4 triliardi di dollari di danni. Il lavoro descrive in un vero e proprio atlante (vedi anche a fondo pagina) la distribuzione e gli eventi meteorologici che hanno causato tutto ciò.

AL PRIMO POSTO TEMPESTE E ALLUVIONI. Le cause principali delle morti e dei danni prodotti sono da imputare alle siccità, alle alluvioni, alle tempeste, ai cicloni tropicali, alle ondate di calore, alle frane e agli incendi che hanno colpito un po’ tutto il pianeta, dalle aree più ricche a quelle più povere, anche se queste ultime sono quelle che hanno registrato il maggior numero di morti, mentre le prime hanno registrato la maggior quantità di danni economici.

Valle Brembana, 1987. |

Entrando nello specifico, il 79% dei disastri sono stati causati da tempeste e alluvioni, le quali hanno anche causato il 55% delle vittime e l’86% dei danni economici. Anche le siccità sono state catastrofiche: hanno causato il 35% delle morti, soprattutto in Africa. In Etiopia, ad esempio, la siccità che la colpì nel 1984 fu causa di 300.000 morti, paragonabile per conseguenze sulle persone solo all’alluvione che colpì il Bangladesh nel 1970. La maggior quantità di danni economici, invece, li ha causati l’uragano Katrina quando colpì le coste orientali degli Stati Uniti, infliggendo al Paese danni per 147 miliardi di dollari.

ANCHE IN EUROPA. In Europa il maggior numero di vittime dirette o indirette è stata provocata da ondate di calore. Nel 2010, per esempio, una di esse colpì la Federazione russa causando 55.736 vittime. In Italia il 2003 fu un anno drammatico, allorché al caldo si attribuirono 20.089 decessi. Nello stesso anno in Europa morirono oltre 50.000 persone per lo stesso motivo.

Le alluvioni, invece, causano i maggiori danni in Europa. Nel 2002 la Germania dovette far fronte a una spesa di 14,80 miliardi di dollari per fronteggiare i danni di un’inondazione che colpì molte zone del Paese. Per l’Italia gli anni peggiori sono stati il 1994 e il 2000, quando i danni provocati dalle alluvioni ammontarono rispettivamente a 14,42 e 10,67 miliardi di dollari.

Vittime e danni in Europa per le calamità meteorologiche. |

Vittime e danni in Europa per le calamità meteorologiche. |

MORTI E DANNI IN CRESCITA. Dal rapporto del WMO si evince poi che disastri, danni e vittime sono in continua crescita. Se i disastri avvenuti tra il 1971 e il 1980 furono 60, quelli avvenuti tra il 2001 e il 2010 sono stati 677, rispettivamente con 1.645 e 138.163 vittime. I danni economici furono tra il 1971 e il 1980 di 16,7 miliardi di dollari, saliti a 130 miliardi nel periodo 2001-2010.

IMMAGINI DAI LUOGHI DEI DISASTRI

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5 agosto 2014 Luigi Bignami
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