Le piume blu di un pappagallo non sbiadiranno mai (ma vale anche per quelle verdi). Questo perché il loro colore è strutturale, ovvero è prodotto dal riflesso della luce sulla loro nanostruttura interna. Le cose vanno invece diversamente per quelle gialle o rosse, spesso frutto di pigmenti, che quindi perdono brillantezza con il tempo. Secondo quanto scoperto da una ricerca condotta dall'Università di Cambridge e pubblicata su PNAS, in natura sarebbe impossibile trovare colori strutturali opachi che non siano il verde o il blu: perciò sono queste le tinte più (immutabilmente) brillanti che troviamo, per esempio, in certi animali.
(non) si può fare! Quando osserviamo un corpo con struttura interna ordinata, o cristallina, vediamo colori strutturali iridescenti, che cambiano a seconda dell'angolo con cui sono osservati (e le cui tinte possono essere diverse); quando la struttura interna è disordinata, invece, si producono colori saturi e opachi, che non cambiano al variare dell'angolo di osservazione.
I colori strutturali opachi, però, si trovano in natura solamente nelle tinte del blu o del verde: per capire il perché gli studiosi, servendosi di modelli computazionali, hanno analizzato in laboratorio le nanostrutture presenti nel mondo naturale, scoprendo che i colori saturi e opachi non possono essere ricreati nella regione rossa dello spettro visibile, e per questo non li vediamo in natura (o almeno, non con queste caratteristiche). Anche realizzando artificialmente nanostrutture al fine di ottenere colori strutturali opachi rossi o arancioni, «i risultati sono stati deludenti», afferma Lukas Schertel, uno degli autori, «sia in quanto a saturazione che in quanto a purezza del colore».
Vernici eterne. La brillantezza eterna di questi colori potrebbe essere una qualità da non sottovalutare per eventuali applicazioni commerciali. Oltre a non svanire né sbiadire con il tempo, «una vernice composta da colori strutturali sarebbe molto ecologica, in quanto eliminerebbe l'uso di pitture tossiche e pigmenti», spiega Gianni Jacucci, capo dello studio.