Il mondo del futuro sarà diverso da quello di oggi: in particolare, sarà più povero. Una delle parole chiave dell'Antropocene, l'era dell'uomo che sta rapidamente distruggendo interi pezzi di pianeta, è (e sarà sempre di più nei prossimi anni) "omogeneità": sempre più specie di piante e animali si estingueranno, e ne rimarranno sempre meno a farci compagnia. Prendiamo proprio l'esempio delle piante: più o meno inconsciamente le dividiamo in "piante utili" (quelle che ci danno cibo, materie prime, medicinali...) e "tutte le altre".
Uno studio pubblicato su Plants, People, Planet dimostra che per "tutte le altre" si prospetta un futuro buio: molte si estingueranno. Il loro posto verrà preso da altre specie a noi più utili, col risultato che sulla Terra ci sarà sempre meno biodiversità vegetale.
Piante vincenti e piante perdenti. Lo studio - un lavoro ancora parziale - ha preso in considerazione il 25% circa di tutte le specie di piante vascolari, per un totale di 86.592 specie. John Kress, botanico dello Smithsonian Museum e primo autore dello studio, ha raccolto una serie di informazioni su ciascuna di queste specie, dallo stato di conservazione alla condizione dell'habitat, dalla capacità di resistere ai cambiamenti climatici all'eventuale importanza dal punto di vista economico. Incrociando i dati, Kress ha diviso le piante in due macrocategorie: quelle vincenti, cioè quelle che non soffriranno dei cambiamenti climatici ma, anzi, prospereranno, e quelle perdenti. Kress ha poi individuato, sia tra le vincenti sia tra le perdenti, quelle che sono utili agli umani e quelle che non lo sono. Il risultato dell'analisi è la suddivisione delle quasi 87.000 specie studiate in sette categorie di rischio: vincenti utili all'uomo, vincenti non utili all'uomo, perdenti utili all'uomo, perdenti non utili all'uomo, probabili vincenti (sul cui futuro ci sono ipotesi ma non certezze), probabili perdenti (identico discorso) e specie neutrali.
Un mondo di piante utili. Quello che ci importa di più dello studio è però come sono distribuite le specie in queste categorie. Ci sono 6.749 specie nella categoria "vincenti utili all'uomo": la maggior parte sono piante da raccolto (mais, grano, riso...), e da sole coprono circa il 40% della superficie del pianeta. Per contrasto, ce ne sono 20.290 caratterizzate come perdenti, la maggior parte delle quali nella categoria "perdenti inutili all'uomo" e molte delle quali già considerate a rischio estinzione: se una pianta non ci porta benefici tendiamo a proteggerla di meno.
Riassumendo, quindi: l'uomo tende a proteggere le piante che gli servono e a ignorare quelle che non gli servono. Questo significa che nei prossimi decenni dobbiamo aspettarci di assistere alla scomparsa di parecchie specie "inutili" o considerate tali, e al prosperare di quelle al momento considerate utili, che le sostituiranno e daranno vita a ecosistemi sempre più poveri in biodiversità.