La fondamentale differenza tra animali e piante è che i primi si spostano, mentre le seconde sono stanziali.
A prima vista può apparire lapalissiano, ma non è altro che una diretta conseguenza di una scelta evolutiva che gli scienziati stimano sia avvenuta fra 400 e i 600 milioni di anni fa.
“Le piante hanno preso la decisione di rimanere radicate nel terreno senza avere la possibilità di muoversi, diversa l’evoluzione degli animali che hanno scelto di andare in giro alla ricerca di soluzioni migliori per trovare il cibo necessario, o ancora andare a vivere in un luogo dove il clima è migliore”, dice il botanico Stefano Mancuso.
Soluzioni che semplificano la vita, grazie a una ricerca itinerante, mentre per esempio, il nutrimento le piante lo prendono dove sono radicate, semplicemente dall’energia del sole.
Essere radicati rappresenta una diversa concezione di vivere e affrontare le sfide della vita, perché: “se ci pensiamo attentamente, gli animali risolvono i loro problemi attraverso il movimento. Per esempio, noi ci spostiamo per trovare condizioni di vita migliori, come avviene per tutte le altre speci animali, che si muovono per comunicare, per trovare un partner e, soprattutto, per evitare i problemi”.
Nel corso della loro evoluzione le piante hanno messo a punto un sistema interessante e complesso che consente loro di risolvere i problemi nell’immobilità.
Come sottolinea Mancuso “le piante sono i veri organismi che risolvono i problemi ed è questo che le rende così appassionanti”.
I vegetali sono stanziali, ma al contrario di quanto si pensi non sono inermi: rispondono alle minacce, alle sollecitazioni del caldo e del freddo, della ricerca di acqua e alle alterazioni biochimiche con una dinamicità incredibile, perché trovano la soluzione negli elementi che hanno a disposizione, il tutto senza possedere quello che noi chiamiamo sistema nervoso.