Anche le piante si prendono cura dei loro piccoli. E attuano strategie per proteggere i loro semi e fare in modo che diventino piantine indipendenti che riescono a sopravvivere nei diversi habitat, spesso ostili.
Per esempio, ci sono "piante madri" che condividono per un po' di tempo le radici ricche di sostanze nutritive con le loro piantine. E altre, dette serotiniche (da serotinia), che trattengono i semi al loro interno per poi rilasciarli solo quando le condizioni ambientali sono migliori per la germinazione. Esistono piante, per esempio, che rilasciano i loro semi solo all'arrivo dell'acqua dopo la siccità; altre, invece, che aspettano il caldo, per esempio quello intenso di un incendio (sono tra le prime piante a colonizzare il paesaggio appena devastato).
Pianta madre. In uno studio pubblicato sulla National Library of Medicine National Institutes of Health (Usa), è stata presa in esame la Mammillaria hernandezzi, un piccolo cactus (ha un diametro inferiore a 3 cm) che abita nelle zone semi-aride del Messico.
Sono stati confrontati i semi che erano rimasti all'interno della "pianta madre" per un anno con quelli che erano stati rilasciati subito dopo la loro produzione. E sono state riscontrate prove evidenti che i semi che erano stati "protetti" germogliavano e sopravvivano di più.
In primo luogo, perché possedevano proteine speciali utili per la sopravvivenza in un habitat semi-arido (avevano avuto il tempo di adattarsi ai cambiamenti ambientali).
In secondo luogo, perché avevano meno probabilità di essere mangiati dai predatori, come le formiche, o di essere danneggiati (o uccisi) da microrganismi.
Infine, i ricercatori hanno testato che il rilascio dei semi da parte della pianta madre nel terreno per la germinazione era proprio provocato dalla presenza di acqua. Ovvero nel periodo giusto per fare crescere il piccolo (seme) più forte, sano e... indipendente.
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