Le balene non sopportano più il Sole e... si scottano: negli ultmi anni la percentuale di cetacei con vesciche ed eritemi solari è aumentata di sei volte. Secondo ricercatori è colpa del buco nell'ozono che lascia filtrare quantità sempre maggiori di raggi UV. Ma non tutti sono d'accordo. (Focus.it, 16 novembre 2010)
Quanta crema solare servirà per proteggere dalle scottature... una balena? Sarà il caso che qualcuno inizi a fare i conti: secondo un gruppo di ricercatori britannici i grandi cetacei che nuotano nelle acque del Golfo della California hanno cominciato a dare i primi segni di intolleranza al sole.
La loro pelle si sta riempiendo di piaghe e bolle dolenti, proprio come succede a noi quando esageriamo con la tintarella.
Secondo Laura Martinez-Levasseur e Karina Acevedo-Whitehouse dell’Istituto di Zoologia di Londara è tutta colpa del buco nell’ozono che stenta a chiudersi. E così le povere balene, quando risalgono in superficie per respirare, si scottano.
Tanto va la balena al sole...
Tra il 2007 e il 2009 le ricercatrici hanno scattato oltre 150 fotografie ad alta risoluzione ad altrettanti cetacei e hanno effettuato numerose analisi epidermiche, scoprendo che in tre anni il numero di balene piagate dai raggi UV è passato dal 10 al 60% della popolazione.
Le più colpite sono le balenottere azzurre,che hanno la pelle più chiara e si ustionano più facilmente.
Questi animali, all’inizio della stagione estiva, arrivano nel Golfo della Cailfornia dai mari più freddi e l’improvvisa esposizione al sole estivo è per loro molto dolorosa. Ma come accade all’uomo, con l’avanzare della stagione anche la pelle delle balene si abitua al sole, aumenta la produzione di melanociti, si scurisce (esatto, anche le balene si abbronzano), e la situazione migliora.
Più ozono (quasi) per tutti
Ma non tutti sono convinti che le ustioni sui cetacei sia imputabili all’esposizione ai raggi UV: secondo i metereologi i livelli di ozono sono costanti dal 2000. E secondo una ricerca pubblicata qualche mese fa da Geophisical Research Letters, sulla regione antartica il buco nell’ozono si sta addirittura richiudendo, anche se molto lentamente. I ricercatori della World Meteorological Organization affermano che si chiuderà completamente tra il 2060 e il 2075 e che entro il 2045 non modificherà in modo sostanziale le sue dimensioni.
Non ci sono invece previsioni per ciò che riguarda lo strato di ozono sopra l’Artico: i dati a disposizione sono troppo pochi per realizzare proiezioni affidabili sul futuro.
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