Tre grandi imprese scientifiche americane, collegate tra loro, riveleranno la distribuzione della CO2 nell'atmosfera e la sua origine, addirittura a livello di singoli edifici. Per prevedere il futuro. (Riccardo Meggiato, 12 maggio 2008)
Tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009 sarà lanciato nello spazio l'Orbital Carbon Observatory (Oco), un satellite che analizzerà le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera in modo molto più preciso e dettagliato di quanto sia stato fatto finora. È un progetto unico nel suo genere perché non considera solo la distribuzione geografica di anidride carbonica, ma anche quella temporale: come dire che è certo importante stabilire se c'è più CO2 nella zona A piuttosto che nella B, in un dato momento, ma è ancora più importante sapere che, nel corso di un anno, è la zona B a produrne di più.
Gli Dei dell'Olimpo. Così, e questo è lo scopo del progetto, sarà possibile calcolare con estrema precisione l'impatto globale della CO2 sul clima dei prossimi anni. I dati ricevuti dall'Oco saranno integrati da quelli rilevati dalle misurazioni terrestri. Come quelle che hanno dato vita alle mappe di Vulcan, un altro progetto che, sulla base dei dati del 2002 rilevati sul territorio americano (ma la loro analisi è terminata solo da poco), ha realizzato delle mappe in computer-grafica estremamente precise. E, mentre con Vulcan si stanno terminando le mappe basate sui dati di Canada e Messico, a partire da questo progetto l'università americana Purdue ne ha lanciato un altro. Si chiama Hestia e, con una tecnologia simile, conta di rappresentare graficamente le emissioni globali di CO2 arrivando addirittura a livello di singolo edificio. Hestia, dea greca del focolare, Vesta per i romani, e Vulcan, Efesto per i greci: le due divinità del fuoco adesso lavorano insieme a un progetto comune, salvare il pianeta da... noi stessi.