Come tristemente capita tutte le estati, anche il 2021 è stato funestato da una serie apparentemente infinita di incendi che hanno colpito un po' ovunque, in Italia e in Europa. Una catastrofe che non potrà che peggiorare nei prossimi anni, perché i cambiamenti climatici stanno creando situazioni sempre più favorevoli al fuoco (prolungati periodi di siccità, ondate di calore) – e perché nella maggior parte dei casi dietro questi incendi ci sono interessi economici che li rendono anche un ottimo affare.
Fauna selvatica: la strage. I danni del fuoco sono spesso incalcolabili, e molto spesso se ne parla in termini puramente economici, o magari di quantità di territorio bruciato, dimenticandosi che anche la fauna selvatica ne è vittima. Qualche giorno fa l'agenzia di stampa francese AFP ha raccolto le dichiarazioni di due esperti in materia (la prima fonte a rilanciarle è stata l'emittente francese RFI), che fanno un bilancio dei danni alla fauna degli incendi di quest'estate.
Secondo Margaret Kinnaird, responsabile globale del WWF per i progetti relativi alla fauna selvatica, «gli incendi che si stanno sviluppando al di fuori degli schemi naturali stanno mettendo a rischio la sopravvivenza della fauna selvatica, che finisce bruciata o soffocata dal fumo o si ritrova con l'habitat distrutto». Craig Hilton-Taylor, a capo dell'unità della IUCN che si occupa della Lista Rossa delle specie a rischio, spiega invece che «ci sono così tanti incendi contemporaneamente che non è facile capire quali abbiano un impatto maggiore, e su quali specie».
In Europa e in Italia. Abbiamo però almeno un'idea generale della situazione: il WWF spiega, per esempio, che in Turchia gli incendi stanno mettendo a rischio l'habitat della lince del deserto, del gufo reale e di molte altre specie locali, per un totale di 121 nella regione dell'Antalya e 87 in quella di Muğla. Russia, gli incendi in Jacuzia minacciano gli habitat di una lunghissima lista di mammiferi e uccelli (e non solo, è naturale). In Francia un grosso incendio sta mettendo a rischio la riserva naturale di Plaine des Maures, uno degli ultimi habitat rimasti in Europa della testuggine di terra.
Nella regione dell'Attica, in Grecia, è andata distrutta l'ultima area del sud del Paese nella quale vivevano il cervo nobile e il lupo. E anche l'Italia, purtroppo, si merita una menzione nel rapporto del WWF: gli incendi in Aspromonte stanno tra le altre cose mettendo a rischio l'habitat del driomio (Dryomys nitedula), un piccolo roditore parente del ghiro che rischia di estinguersi a livello locale; in Sardegna, invece, una delle regioni con la più alta biodiversità d'Europa, le specie endemiche a rischio sono più di una: dal cervo sardo, già salvato dall'estinzione negli anni Ottanta, alla pernice sarda.