Natura

A Londra è fiorito l’aro titano, una delle piante più puzzolenti al mondo

Due metri di altezza e un odore pungente: ecco la fioritura dell'aro titano, uno dei fiori più puzzolenti al mondo che è sbocciato al Kew Gardens di Londra.

Tira una cattiva aria a Londra – o per meglio dire, un'aria puzzolente. In pieno centro città, nell'orto botanico Kew Gardens, è sbocciato il cosiddetto "fiore cadavere", uno dei fiori più maleodoranti al mondo. Il suo nome latino è Amorphophallus titanum (letteralmente "fallo gigante deforme") e chi l'ha annusato assicura che puzza di carcassa animale. Scopriamo qualche dettaglio in più su questo curioso prodotto della natura.

Perché puzza? L'aro titano puzza per sopravvivere. Endemico di Sumatra, un'isola indonesiana, è un fiore poco comune: due esemplari possono distare anche chilometri l'uno dall'altro. Per questo deve essere molto grande e avere un odore pungente per attrarre un impollinatore, che deve aver già visitato un altro aro titano affinché avvenga l'impollinazione incrociata. «Ci vuole molta energia per diffondere quella puzza, e altrettanta per essere così grande», spiega a IFLScience Solène Dequiret del Kew Gardens. «La punta della pianta si comporta come un camino, scaldandosi e diffondendo lontano l'odore».

Una vita da titano. L'aro titano nasce da un bulbo da cui si sviluppa un germoglio. Quando il germoglio esce dal terreno, può diventare una gigantesca foglia, così strana da sembrare un albero, oppure – una volta ogni sette anni circa – un gigantesco fiore.

La crescita è esponenziale, di circa 10 centimetri al giorno fino a raggiungere un'altezza di due metri in poche settimane. Terminata questa fase il fiore si apre, rilasciando un gas puzzolente che attrae gli impollinatori: dopo un giorno di totale apertura, inizia a chiudersi il secondo giorno per poi cadere qualche giorno dopo.

Un fiore da proteggere. L'aro titano è a rischio estinzione in natura, e per questo gli orti botanici fanno di tutto per proteggerlo. Il Kew Gardens ne ha diversi: «Dobbiamo portarli nella serra quando sono ancora dei germogli, perché altrimenti non passano per la porta», spiega Dequiret. Quest'anno sono fioriti diversi esemplari, l'ultimo proprio la scorsa settimana.

3 luglio 2024 Chiara Guzzonato
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