Natura

A che cosa serve (in natura, e pure a noi) la cacca?

Di cetaceo, di pinguino o di elefante... La cacca nel ciclo naturale svolge tante funzioni vitali. E, in fondo, serve anche a noi. Ecco alcuni esempi.

Vi fa schifo parlare di... cacca? Eppure, in natura, gli escrementi sono molto utili all'ambiente, alla vita di numerosi animali e allo sviluppo di determinati ecosistemi. Gli scarabei stercorari, per esempio, ci fanno di tutto. La mangiano, vi depongono le uova – così le larve saranno circondate dal cibo – e la usano come dono per convincere una femmina a fidanzarsi con loro: in fondo è più utile di quella sterile (seppur bellissima) forma di carbonio che usiamo noi umani e che chiamiamo diamante. Ma questi insetti non sono i soli, perché la cacca in natura (e pure per noi) è una risorsa fondamentale.

Palline di sterco. Gli scarabei stercorari (circa 6.000 specie) sono forse i più noti tra gli organismi che si cibano delle fibre e dei nutrienti di cui le feci sono ricche. Alcune specie formano palline di sterco che fanno rotolare via e seppelliscono, per poi deporvi le uova o consumarle con calma: per gli Egizi, il dio scarabeo Khepri muoveva il Sole appena sorto nel cielo così come questi insetti spingono le loro meno celesti sfere.

Il guano prezioso. Nelle colonie costiere dove gli uccelli marini si riproducono c'è una cosa che abbonda: il guano. E le sostanze che contiene finiscono sulla terra (per esempio l'azoto, estratto dall'azione dei batteri, va nel suolo in forme assorbibili dalle piante), in aria (l'azoto si disperde in atmosfera, in forma di ammoniaca) e in mare. Di fatto questi uccelli con le loro deiezioni – un mix di feci e pasta di acido urico che sostituisce la pipì – sono il motore di un colossale trasferimento di nutrienti. Tiago Osorio Ferreira dell'Università di San Paolo (Brasile) e colleghi hanno fatto qualche conto: hanno stimato una popolazione di 840 milioni di uccelli marini di 320 specie distribuiti in 3.000 colonie e stimato che producano all'anno 591mila tonnellate di azoto e 99mila di fosforo.

Il guano quindi costituisce fertilizzante per piante terrestri e alghe, nonché cibo per molti altri organismi. Qualche esempio? Come ha descritto uno studio svedese, sull'isola di Stora Karlsö le larve di chironomidi (insetti d'aspetto simile a zanzare) si alimentano di ciò che arriva da una colonia di uccelli marini; da adulti gli insetti diventano cibo per altri uccelli, i balestrucci, che nidificano in gran numero sul faro dell'isola.

Fa bene ai coralli. Stef Bockhorst della Vrije Universiteit di Amsterdam ha visto che vaste zone attorno alle colonie di pinguini e foche elefante, nella Penisola Antartica, sono hotspot di biodiversità: abbondano muschi e licheni, grazie all'apporto di azoto, e di conseguenza gli invertebrati.

E Candida Savage della neozelandese University of Otago ha visto che vicino alle colonie di uccelli marini i coralli crescono di più: l'azoto infatti serve alle alghe che vivono in simbiosi nei coralli.

La pompa delle balene. Rimanendo in mare, c'è un altro grande trasporto di nutrienti. È stato chiamato dai biologi Usa Joe Roman e James McCarthy la "pompa delle balene" e parte dalle profondità, dove i grandi cetacei si nutrono, per arrivare nelle acque più superficiali, dove i mammiferi spesso si liberano. I pennacchi fecali di balene e altri cetacei, ricchi per esempio di ferro, sono una manna per le alghe microscopiche che poi alimentano tutta la catena alimentare.

Dall'ippopotamo alle alghe. Gli ippopotami invece sono formidabili pompe di silicio: lo assumono sulla terra mangiando vegetali e lo rilasciano nei fiumi africani con i loro bisogni, come ha visto Jonas Schoelynck dell'Università di Anversa (Belgio). Il silicio è usato dalle diatomee, alghe unicellulari alla base della catena alimentare.

Semi concimati e trasportati. Sono diverse le piante che praticano la "endozoocoria": disperdono i propri semi attraverso l'ingestione da parte degli animali, attirati da frutti e bacche, e il successivo rilascio con le feci (o rigurgiti). Così i semi sono, oltre che ben concimati, portati a distanza. Gli elefanti africani di savana per esempio li possono trasportare per 65 km prima che la digestione abbia il suo epilogo; gli uccelli anche più lontano. Il brasiliano Óscar M. Chaves e i suoi colleghi si sono presi la briga di analizzare i semi espulsi – in maggioranza intatti – dalle scimmie urlatrici Alouatta guariba clamitans: hanno contato oltre 315mila semi di 98 specie di piante. Alcuni vegetali poi hanno bisogno di particolari "taxi".

I semi della Cerbera floribunda germogliano solo passando attraverso l'apparato digerente dei casuari australiani: i frutti sono velenosi per tutti tranne che per questi grandi uccelli non volatori, che li digeriscono grazie a particolari enzimi, espellendo i semi intatti.

Le lumache, nel loro piccolo... La cacca fa viaggiare anche le spore dei funghi. Nobuko Tuno dell'Università di Kanazawa, in Giappone, ha identificato le spore di varie specie di funghi nelle feci delle lumache Meghimatium fruhstorferi, che si nutrono di funghi. Molte spore addirittura iniziano a germinare mentre attraversano l'intestino delle lumache, che le disperdono poi tra foglie e legno morti, ambiente ideale per lo sviluppo dei funghi.

La dieta dei Neanderthal. Anche noi umani sfruttiamo la cacca.

Pensiamo al letame o al guano degli uccelli marini, che nell'800 fu alla base di un florido commercio dal Sud America, usati come concime. E gli scienziati sanno quanto le feci fresche o fossili (chiamate coproliti) ci possano raccontare sulla dieta di animali viventi, di dinosauri estinti o di umani del passato. Per esempio in Spagna è stata trovata una cacca umana di 50mila anni fa, la più antica identificata. La fece un Neanderthal e, dal suo esame nel 2014, si è confermato che nella dieta dei cugini estinti predominava la carne, ma c'erano anche molte verdure.

27 marzo 2023 Giovanna Camardo
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