Quello che avvenne in Europa 10.000 anni fa è, per noi, semplicemente inimmaginabile, a meno di non pensare a qualcosa del tipo diluvio universale. In un arco di tempo relativamente breve e per cause non del tutto chiare, la temperatura del pianeta è cresciuta, rapidamente, e i ghiacci hanno iniziato a fondersi. Era la fine dell'ultimo periodo glaciale, iniziato nel Pleistocene, circa 110.000 anni fa, e terminato appunto poco meno di 10.000 anni fa.
Senza nulla togliere ai ghiacciai di oggi, quelli erano proprio un'altra cosa: per darvi un'idea, potevate andare in motoslitta dal sud dell'Inghilterra fino alle Terre di Francesco Giuseppe, nella Siberia artica, a nord, a 4.500 chilometri di distanza.
Valanghe d'acqua. I fiumi creati dallo scioglimento dei ghiacci avevano portate e dimensioni che oggi non hanno confronti. «Secondo alcuni modelli matematici, l’acqua che arrivava in mare poteva essere il doppio del Rio delle Amazzoni, forse anche molta di più», afferma Henry Patton, della Arctic University (Norvegia), coordinatore dello studio Deglaciation of the Eurasian ice sheet complex.
Una parte dei ghiacci si sciolse direttamente in mare: lunghe lingue di ghiaccio scendevano dal continente, come vediamo oggi in Groenlandia e in Antartide. Un’altra parte si fuse sulla terraferma, originando fiumi che hanno prodotto inondazioni oggi inimmaginabili, appunto, prima di arrivare al mare. In pochi secoli il livello dei mari si alzò di 20 metri.
È in quel periodo che "la natura" tracciò la strada dei futuri fiumi Vistola, Elba, Tamigi, Reno e molti altri. «L'acqua di fusione che arrivava in mare andava da un minimo di 750 fino a 3.000 chilometri cubi», spiega Patton. Un chilometro cubo d’acqua corrisponde a un miliardo di tonnellate.
Effetto serra. Con l'aumento del livello dei mari molte terre emerse si trovarono sommerse. Quella fu la prima, vera brexit: quella che oggi chiamiamo Inghilterra, che era un pezzo del continente, si trovò isolata dalla Manica da una parte e dal mare d'Irlanda dall'altra.
Progressivamente, la temperatura del pianeta aumentava: il metano idrato fino a quel momento intrappolato nei ghiacci si liberava in atmosfera o dava origine a formidabili esplosioni che formavano immensi crateri e cicatrici, sui fondali marini. Questo era il mondo all'inizio dell'epoca che porta fino a noi.