Ecologia

Zero imballaggi in plastica in discarica entro il 2020, la proposta di Legambiente e Corepla

I 7.306 Comuni attivi nel servizio di raccolta differenziata hanno fatto registrare un +8% rispetto al 2013, con oltre 830.000 tonnellate raccolte

Roma, 1 apr. - (AdnKronos) - Dire addio alla discarica in 5 anni, incrementare la quantità e la qualità della raccolta differenziata e massimizzare il riciclo. La proposta arriva da Legambiente e Corepla che puntano al 2020 a zero imballaggi in plastica in discarica. Secondo Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente "si tratta di un obiettivo ambizioso ma che si può raggiungere azionando una serie di leve".

Ad esempio, spiega Ciafani "bisogna rendere poco conveniente il ricorso alla discarica, incentivare il riciclo della plastica sotto forma degli acquisti verdi sia da parte degli enti pubblici che privati. Occorre lavorare sulla ricerca perché quello che oggi non è riciclabile domani potrà esserlo e poi bisogna fare un lavoro per ridurre la quantità di rifiuti plastici e non solo".

Un obiettivo raggiungibile anche alla luce dei numeri sull’andamento del riciclo della plastica raccolti da Corepla, un bilancio in crescita nonostante la crisi. Il 2014, infatti, commenta all'Adnkronos il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo, "è andato decisamente bene registrando un aumento dell'8% della raccolta differenziata. Già nel 2012 avevamo registrato un +12%. Per cui in due anni abbiamo aumentato la raccolta differenziata della plastica del 20%".

Nel 2014 sono stati, infatti, i 7.306 Comuni attivi nel servizio di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica hanno raccolto oltre 830.000 tonnellate di imballaggi in plastica. Il dato medio nazionale di raccolta pro capite è passato così da 12,9 a 13,9 kg annui per abitante ma permangono ancora forti differenze tra nord e sud: "si va dal Veneto che raccoglie 22Kg per abitante alla Sicilia che ne raccoglie 3,5 Kg".Un tema da affrontare secondo il presidente di Corepla è "la qualità della raccolta differenziata" anche perché "la plastica è composta da tanti polimeri e ognuno ha le sue peculiarità. Alcuni sono riciclabili e altri addirittura no".

Per questo secondo Quagliuolo, "bisognerebbe incominciare ad entrare nell'ottica di fare una raccolta differenziata all'interno della plastica. E' un tema importante e difficile ma si può fare". Sono 450.000 le tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica provenienti dalla raccolta differenziata riciclate nel 2014. A questa cifra vanno aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali pari a 360.000 tonnellate, per un riciclo complessivo di circa 790.000 tonnellate.

Una crescita per l’intero settore che vede coinvolte 300 imprese ed oltre 2.000 lavoratori. Sono stati recuperati anche quegli imballaggi che ancora faticano a trovare sbocchi industriali verso il riciclo meccanico e il mercato delle plastiche riciclate. Circa 349.000 tonnellate sono state utilizzate come materie prime energetiche al posto di combustibili fossili.

L’obiettivo ‘zero discarica nel 2020’, sottolinea il presidente di Corepla, "potrà essere raggiunto anche liberando risorse economiche oggi impegnate ad avviare a recupero energetico gli imballaggi in plastica difficili da riciclare, risorse che il consorzio potrebbe destinare ad iniziative volte all’incremento degli indici di riciclo”.

Per massimizzare il recupero di materia occorre sviluppare il mercato del riciclo degli imballaggi in plastica derivanti dalla raccolta differenziata grazie a politiche di sostegno agli acquisti verdi. Tra le misure possibili si potrebbe pensare ad un sistema di Iva agevolata per i manufatti realizzati con una percentuale minima di materiale riciclato; alla promozione degli acquisti verdi rendendo obbligatori i criteri ambientali minimi negli appalti per beni, servizi e opere.

Occorre sollecitare l’immissione sul mercato di imballaggi sempre più riciclabili e a costi più contenuti, utilizzando un criterio di premialità e penalità, anche attraverso l’innovazione tecnologica e la ricerca ma anche attraverso la differenziazione del contributo ambientale Conai in base alla maggiore/minore riciclabilità imballaggi immessi al consumo.

Per massimizzare il recupero e abbattere lo smaltimento in discarica servono nuovi modelli partecipativi e organizzativi istituzionali per aumentare l’informazione e la fiducia sul territorio. Le politiche di prevenzione rifiuti dovrebbero partire dall’entrata in vigore di un sistema di tariffazione puntuale che non sia penalizzante per le utenze domestiche o produttive virtuose, come previsto da un decreto che il ministero dell’Ambiente avrebbe dovuto varare entro il giugno 2014 ma che in realtà non è mai stato approvato.

1 aprile 2015 ADNKronos
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