Alla conferenza sul clima COP26, organizzata a Glasgow (Regno Unito) dall'1 al 12 novembre, ci saranno 400 giovani under30 provenienti da tutto il mondo, che si sono riuniti a Milano a fine settembre per parlare di clima e redigere un documento con le loro proposte per contrastare la crisi climatica. Le proposte emerse dalla Youth4Climate, questo il nome della conferenza pre-COP26, sono state riunite nella bozza di un documento (consultabile qui), consegnato al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. «Sono stati approvati i messaggi chiave di un documento molto buono, una base per lavorare. È stato fatto un lavoro straordinario», ha dichiarato il ministro.
Il documento è diviso in quattro punti. Nel primo, titolato "Youth driving ambition", i giovani chiedono di essere parte attiva del dibattito sul clima, e di venire coinvolti da governi e istituzioni nelle questioni che riguardano la lotta ai cambiamenti climatici. Il secondo punto, "Sustainable recovery", sottolinea l'importanza di non dimenticarsi del clima dopo la crisi sanitaria dovuta alla covid: i giovani chiedono di puntare sulla transizione energetica, continuando a investire su fonti rinnovabili, e di incoraggiare un turismo sostenibile, che rispetti le comunità locali e l'ambiente.
Nel terzo punto, "Non-state actors' engagement", si chiede che «i giovani, che siano imprenditori, artisti, agricoltori o atleti, vengano coinvolti nello sviluppo sostenibile e nell'adozione di soluzioni per la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico». Dallo Youth4Climate chiedono inoltre che le aziende private si impegnino a raggiungere l'obiettivo emissioni zero, e che l'industria fossile chiuda entro il 2030, eliminando totalmente i finanziamenti da parte di governi e privati.
Il quarto e ultimo punto, "Climate-conscious society", riguarda la costruzione di una società più consapevole della crisi climatica che stiamo vivendo, a partire dal sistema educativo: «è necessario che tutti partecipino alle decisioni in questo ambito», ha sottolineato Marinel Ubaldo, giovane attivista filippina.
Infine Patricia Espinosa, segretaria esecutiva della UNFCC (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in inglese United Nations Framework Convention on Climate Change) che ha partecipato ai lavori della conferenza, ha sottolineato l'importanza di non superare il limite di +1,5 °C, ricordando che «in gioco c'è la vita sul pianeta».