Ecologia

Vino vegano promosso dai millennials

Il Chianti Vegan piace e fa segnare un più 60% dell’export

Roma, 9 ago. - (AdnKronos) - Bianco, rosso, rosé, fermo o mosso: il vino ha mille volti, ma la vera novità dell'anno, stando ai dati diffusi da Nomisma - Wine Monitor, è quello vegano che entra in piena regola tra i nuovi trend di consumo per il 2016. L’8,7% dei millennials, infatti, mostra molto interesse per questa categoria di prodotto.

Ma quando un vino può definirsi vegano? Quando esclude l’impiego di qualsiasi derivato di origine animale, anche per gli additivi o coadiuvanti tecnologici, come albumina d’uovo, colla di pesce, gelatina, caseina o caseinati, ovoalbumina e la lisozima da uovo. E se il vino vegano rappresenta in parte ancora una novità, ben più consolidato è il settore del vino biologico che rispecchia il trend in crescita registrato nelle vendite di alimenti 'bio'.

Il risultato? In Italia oggi, ogni 10 ettari 1 è bio e con 66.578 ettari a vite da vino l'Italia è al secondo posto in Europa, dopo la Spagna. La Sicilia guida tutte le classifiche regionali: in termini assoluti (detiene il 38% delle superfici vitate bio) e per incidenza della vite da uva bio sul totale, il 25% degli ettari a vita da vino sono biologici.

In soli due anni la quota di consumatori italiani che beve vino biologico è raddoppiata raggiungendo i 10,6 milioni, e questo a dispetto del generale contesto di calo dei consumi di vino in Italia. Nel 2015 le vendite di vino bio hanno raggiunto complessivamente 205 milioni di euro, un giro d’affari realizzato per un terzo sul mercato interno (68 milioni di euro, considerando tutti i canali, dalla Gdo alla vendita diretta) e per la restante parte (137 milioni di euro) sui mercati internazionali (+38% rispetto all’export di vino bio realizzato nel 2014).

Dal punto di vista dei consumatori: negli ultimi 12 mesi il 21% della popolazione italiana over 18, ovvero 10,6 milioni di persone, ha bevuto in almeno un’occasione (il 15% a casa propria o da amici, il 6% fuori) vino a marchio biologico. Percentuale in aumento negli ultimi anni (nel 2013 era pari al 2%, nel 2014 pari al 11%), sintomo di un forte apprezzamento da parte del consumatore, che riconosce al vino bio naturalità (44% degli user) ma anche qualità (17%). Caratteristiche per le quali il 75% dei consumatori di vino biologico è disposto a spendere di più nell’acquisto.

Guardando alle esportazioni, il valore del mercato dell'export di vino bio è pari a 137 milioni di euro e la Germania rappresenta il primo Paese di destinazione del vino bio italiano, seguita da Usa e Svizzera. In aumento l’interesse delle imprese vitivinicole italiane che esportano bio verso specifici target di consumatori: il 13% delle imprese che esportano vini bio esportano anche vini vegani, l’8% senza solfiti e il 6% biodinamici.

“Il marchio biologico è indubbiamente un valore distintivo di grande successo, non solo per l’alimentare, ma anche per il vino; in soli due anni la consumer base di vino bio è raddoppiata – dichiara Silvia Zucconi, insight coordinator Wine Monitor Nomisma - Ma il successo non si ferma ai confini nazionali: l’export di vino bio nell’ultimo anno cresce del 38% – a fronte di una crescita complessiva del vino italiano del 5%".

"Questo significa - conclude Zucconi - che la qualità dei vini biologici italiani ha un ottimo posizionamento anche all’estero, soprattutto in Germania (38% dell’export), primo mercato di destinazione per l’Italia. Ci aspettiamo che queste tendenze vengano confermate anche con la prossima vendemmia”.

9 agosto 2016 ADNKronos
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