Vita dura a Roma per chi ha un cane e non raccoglie i suoi ‘bisognini’. Dopo l’inasprimento delle multe, arrivate a ben 250 euro, adesso il comune “sguinzaglia” anche i vigili urbani in borghese. Sempre più difficile, e costoso, non rispettare le buone maniere.
“C’è anche la mappa della pupù. Dove abbonda? Al Testaccio”
Task force - In una città grande e caotica come Roma, a volte, sono necessari mezzi non convenzionali per far rispettare anche le regole più basilari della buona educazione e della civile convivenza. Come quelle che impongono ai padroni di raccogliere gli escrementi dei propri cani, sia in strada e sui marciapiedi sia nei parchi pubblici. Il mezzo scelto dal Comune di Roma per mettere in riga i cittadini (con amico a quattro zampe al seguito) è una task force di vigili urbani in borghese, affiancata da accertatori dell’azienda municipalizzata dell’igiene urbana, che hanno il compito di scovare e multare i padroni maleducati. E la multa non è da poco, perché un paio di anni fa è passata da 100 a 250 euro.
Funziona? - Stando a quanto comunica l’assessore all’Ambiente di Roma, Marco Visconti, i nuovi metodi funzionano. Il numero della multe, infatti, sono aumentate in maniera esponenziale raggiungendo, in appena dieci giorni, il totale delle contravvenzioni eseguite in tutto il 2007: ossia 45. Le drastiche misure anti-escrementi, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, dovrebbero spaventare non poco i padroni maleducati inducendoli a comportamenti più civili.
Mappa della maleducazione - Le squadre in borghese, però, non gironzolano per la città senza meta. Al contrario. Esiste una vera e propria mappa, infatti, che indica le numerose segnalazioni arrivate dai cittadini negli ultimi mesi che coincidono, ovviamente, anche con le zone storicamente più “infestate” della città. È a guidare la classifica del quartiere più colpito dal fenomeno dell’abbandono della cacca è il Testaccio, e in particolare in via Branca e via Franklin, insieme al centro storico con via San Sebastianello e Passeggiata di Ripetta. I padroni maleducati privilegiano, infatti, zone con pochi esercizi commerciali: i negozianti si lamentano “in tempo reale”. Meglio quindi zone un po’ più appartate. Ma non è questione di privacy, solo di maleducazione. (sp)
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