Roma, 7 giu. (AdnKronos) - Circa 50mila tonnellate di pneumatici fuori uso che sfuggono a una corretta gestione. "Un problema irrisolto" legato all'importazione illegale e alla vendita in nero di pneumatici, sottolinea Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus .
"Purtroppo abbiamo in Italia un'entrata irregolare nel mercato del ricambio di pneumatici perché c'è un'abitudine di molti consumatori di andare a comprare uno pneumatico senza volere lo scontrino fiscale ma in assenza dello scontrino non ci arriva il contributo necessario per poter fare i trattamenti, quindi la vendita in nero determina una non conoscenza di quanti pneumatici sono stati venduti e la mancanza del contributo", spiega Corbetta.
"Noi siamo in grado di trattare correttamente le quantità regolarmente vendute e dichiarate - continua - ci sfugge la quantità che entra irregolarmente che si stima sia intorno alle 50mila tonnellate, un numero molto alto legato soprattutto agli pneumatici per autovettura e per moto, venduti ai cittadini che non potendo scaricare l'Iva cercano di non pagarla". Per limitare i rischi ambientali di importazione illegale e vendita in nero di pneumatici, dal 2011 Ecopneus ha raccolto un extra quantitativo di Pfu pari a quasi 90mila tonnellate, per un onere complessivo di 16 milioni di euro di costi supplementari non coperti dalla gestione ordinaria.
"La possibile soluzione è quella di insistere per convincere i cittadini a comportarsi come tali - conclude - In modo che chi compra uno pneumatico lo faccia regolarmente, il suo quantitativo venga incanalato nel conteggio e a noi arrivino i contributi: un atto di civismo che dobbiamo assolutamente pretendere. Dobbiamo fare in modo che tutti coloro che cambiano uno pneumatico lo facciano pretendendo lo scontrino".
Anche per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, "bisogna recuperare questo mercato nero" per sfruttare tutte le opportunità della filiera del riciclo. Non solo. "Bisogna migliorare le tecnologie di riciclo - afferma - rendendo più utilizzabili quelle già disponibili, come quella degli asfalti che hanno ottime prestazioni ma sono ancora poco diffusi".
Sul fronte normativo, spiega Ronchi, "è in discussione il nuovo pacchetto di direttive europee sulla Circular Economy che ha due punti importanti per il riciclo: uno è l'End of Waste, dopo il trattamento il rifiuto diventa un prodotto", quindi occorre "rendere più chiara questa normativa per facilitare il riciclo". "L'altro è regolare meglio la cosiddetta Epr, cioè la responsabilità estesa del produttore - conclude - Nel recepimento di queste direttive, l'Italia dovrebbe fare in fretta e fare bene".