Roma, 9 giu. (AdnKronos) - Sono 3.290 i treni in servizio nelle regioni italiane. Convogli troppo vecchi e lontani dagli standard europei: l'età media di quelli in circolazione sulla rete regionale è di 18,6 anni, il 45% ha più di 20 anni. Mentre, per un servizio di livello europeo, servirebbe un programma di 1600 tra treni regionali, metropolitani e tram. È questo in sintesi il quadro che emerge dallo studio 'Nuovi treni per città più vivibili' realizzato da Legambiente, con il contributo di Ansaldo Breda che ha analizzato la situazione infrastrutturale e del trasporto ferroviario nelle città.
Per Legambiente, "ad oggi il trasporto ferroviario italiano conta treni troppo vecchi, lenti e lontani dagli standard europei di frequenza delle corse". Secondo l'associazione, anche se negli ultimi dieci anni sono stati realizzati da parte delle Regioni interventi per la sostituzione del materiale rotabile, il tasso di sostituzione è ancora troppo lento dato che ha riguardato solo il 19,8% della flotta totale di treni regionali attualmente in circolazione.
La Lombardia è la regione che ha acquistato più treni nuovi, per un totale di 125 (circa il 19% del totale nazionale), seguita dall'Emilia-Romagna con 72 treni tra revamping (ristrutturazione generale) e nuovi. Ancora: ci sono anche treni metropolitani e tram troppo vecchi. A Milano, ad esempio, l'età media è rispettivamente di 23,9 anni e 64,5; a Genova oscilla tra i 20 ed i 25 anni. Stessa situazione per la linea B di Roma e per la linea 2 di Napoli (la linea storica che utilizza treni suburbani). A questo - sottolinea Legambiente - si aggiungono i ritardi e i disservizi che contraddistinguono il trasporto ferroviario e che caratterizzano la vita dei cinque milioni di pendolari che ogni giorno prendono treni regionali e metropolitane.
"Per un paese come l'Italia recuperare il ritardo negli investimenti sui treni, mettendo in campo un programma nazionale per 1600 tra treni regionali, metropolitani e tram, è una scelta che non solo aiuterebbe i pendolari e la vivibilità nelle città ma che permetterebbe di creare lavoro e innovazione nella direzione della green economy", sottolinea Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente.
Lo studio di Legambiente è partito dall'analisi della realtà esistente, dei treni in circolazione e infrastrutturale, per individuare gli investimenti necessari ad avere un servizio di livello europeo. Sono 1.593 i treni che mancano per avere un servizio realmente competitivo, con treni che non superino i 20 anni di età, un rafforzamento nelle tratte più frequentate nelle città e un miglioramento del servizio nelle regioni meridionali. Precisamente dai calcoli servirebbero 1259 treni per il trasporto regionale, 150 per rafforzare il servizio sulle linee metropolitane, 184 tram per il trasporto urbano.
Per un investimento di questa dimensione si può stimare una spesa che varia tra i 4 e i 5 miliardi, che può ridursi in caso di un intervento di revamping, che riguardi almeno in parte il materiale rotabile, ma anche se si deciderà di passare attraverso una stazione appaltante unica.
Dallo studio di Legambiente emerge, inoltre, come il trasporto su ferro italiano sia indietro rispetto a quello europeo. In totale la lunghezza delle linee di metropolitane in Italia è pari a 227,5 chilometri, grazie in particolare all'apertura della linea M5 di Milano e della prima tratta della linea C di Roma. Nonostante i passi avanti realizzati negli ultimi anni, la rete italiana continua ad essere lontana anche da città come Berlino (147,5 km), Parigi (219,5 km), Madrid (290,3) e Londra (464,2). Per quanto riguarda le linee ferrovie suburbane, la Penisola è dotata di una rete totale di 637,6 km mentre sono 2.033,7 quelli della Germania, 1.815,4 km nel Regno Unito e 1.400,4 in Spagna. Riguardo alle linee di tram, fino a qualche decennio fa l'Italia ricopriva una posizione di vertice nelle classifiche europee oggi, invece, conta nove città dotate di almeno una linea tramviaria mentre sono 11 in Spagna, 24 in Francia e addirittura 47 in Germania.