Ecologia

I varani prosperano nelle piantagioni di palme da olio

I grossi rettili hanno conquistato i territori adibiti alla coltivazione delle piante da cui si ricava l'olio di palma, mentre gli altri animali sono quasi del tutto scomparsi.

Degli effetti ecologici causati dalle piantagioni di palme da olio si sente parlare spesso (qui un approfondimento). Terreni impoveriti, incendi, massicce emissioni di CO2 e specie animali e vegetali (perdita di biodiversità) condotte sull'orlo dell'estinzione sono tra le conseguenze più eclatanti di deforestazione e monocolture.

Che cosa accade, invece, all'interno di quelle piantagioni? Quali animali riescono a sopravvivervi, e con quali equilibri?

In un articolo pubblicato su The Conversation, Joshua P Twining, ecologo della Queen's University Belfast (Regno Unito), racconta i risultati dei suoi studi sugli animali spazzini (cioè consumatori di carogne e avanzi lasciati da altre specie) nelle piantagioni di palma da olio della regione malese di Sabah, Borneo settentrionale. Qui, le coltivazioni per olio di palma ricoprono ormai il 20% del territorio.

Censimento. Con alcuni colleghi Twining ha preparato alcune trappole da installare lungo i fiumi in diversi contesti: porzioni di foresta vergine, foreste in concessione con diversi livelli di disturbo da parte dell'uomo e piantagioni di palme da olio. Ha catturato in tutto 118 animali, per la maggior parte varani d'acqua del sudest asiatico (Varanus salvator macromaculatus) e civette malesi (Viverra tangalunga, carnivori della famiglia dei viverridi).

Le trappole hanno agguantato anche cani domestici, manguste, lontre, ma è stato notato che maggiore era la presenza di palme da olio o di situazioni precarie della vegetazione, più il varano prosperava, inieme alla civetta malese, l'unico mammifero endemico a vivere insieme al varano nelle piantagioni vere e proprie, anche se a differenza del rettile sembra comunque ancora preferire le foreste.

olio di palma
Una piantagione di palme da olio sull'isola del Borneo, al confine della foresta tropicale. 5 domande sull'olio di palma © Rhett Butler/Mongabay

pronti a tutto. I varani d'acqua sono animali opportunisti, oltre che abili cacciatori: quando non si nutrono di carogne, hanno artigli affilati per afferrare le prede e 60 denti acuminati per lacerarne le carni. Hanno imparato a vivere vicino all'acqua e usano la coda sia per nuotare sia per difesa.

Di rivali, però, nelle piantagioni di palme da olio ne hanno pochi. La presenza dell'uomo, la mancanza d'ombra e le alte temperature ostacolano la sopravvivenza dei mammiferi spazzini che di solito competono con i varani per il cibo. In compenso i lucertoloni a sangue freddo tollerano bene il clima torrido e mangiano davvero di tutto: tra i contenuti del loro stomaco (talvolta rigurgitano per lo stress) sono stati trovati piccoli anfibi, crostacei, invertebrati, uccelli e uova, mammiferi, altri varani, aculei di porcospino e... confezioni vuote di noodle istantanei.

Insidie nascoste. La presenza umana crea rifiuti di cui i varani, e praticamente essi soli, si nutrono, mentre tra un pasto e l'altro ingaggiano lotte per il territorio in estenuanti corpo a corpo con altri maschi.

Ma la supremazia di questi animali nelle piantagioni rischia di trasformarsi in un boomerang. La disponibilità di rifiuti alimentari umani attira un'alta densità di esemplari maschi molto competitivi, che finiscono per sopraffare i varani più giovani e reprimere le nuove generazioni. Anche il tasso di parassiti sta salendo assieme al numero di rettili.

Nel lungo periodo, anche la specie che più di tutte ha approfittato della presenza dell'uomo, adattandosi bene all'ambiente delle palme da olio, potrebbe alla fine soccombere.

23 ottobre 2017 Elisabetta Intini
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