Roma, 6 lug. - (AdnKronos) - Mille miliardi di dollari: è il valore dello spreco alimentare sul pianeta, e ogni anno sale ad oltre 2.600 miliardi con i 'costi nascosti' legati all’acqua e all’impatto ambientale. E in Italia? Il costo effettivo dello spreco domestico vale oltre 13 miliardi di euro ogni anno, ovvero all’incirca l’1% del Pil. Il dato non è basato sulla percezione dei sondaggi, ma per la prima volta sui test che verificano l’effettivo spreco dei cittadini attraverso precise annotazioni e con il cosiddetto ‘waste sorting’, ovvero il controllo di quanto si getta nella pattumiera.
E’ la campagna Spreco Zero ad avviare per la prima volta questa sperimentazione, presentata oggi a Roma. La quantificazione reale dello spreco domestico in Italia sarà dunque uno dei fili conduttori della campagna Spreco Zero 2016, promossa dall’Università di Bologna (Distal) e da Last Minute Market con il ministero dell’Ambiente, nell’ambito del nuovo progetto Reduce 2016 - 2017, con la partnership di UniCredit e un pool di aziende dell’agroalimentare italiano e del packaging nazionale che hanno deciso di sostenere una campagna realizzata, dal 2010, senza alcun contributo pubblico.
Assegnato anche il Premio Vivere a Spreco Zero 2016, al giornalista e scrittore Paolo Rumiz e allo chef Moreno Cedroni nella categoria "Testimonial". Gli altri premi ad aziende, Comuni italiani e scuole, saranno assegnati a novembre a Padova.
La campagna Spreco Zero celebrerà il World Food Day 2016, Giornata mondiale dell’alimentazione in calendario il 16 ottobre: "In the name of Africa”, il più grande evento di pixel art urbano al mondo, sarà di scena l’8 e il 15 ottobre nelle piazze di Milano e Bologna: con 10mila piatti vuoti, ad esprimere il dramma epocale della fame e della malnutrizione, a sostegno di Africa Hand Project, Mozambico.
Quest’anno “In the name of Africa” incontrerà la campagna Spreco zero 2016 e declinerà i suoi contenuti sulla questione globale della prevenzione e del recupero degli sprechi alimentari.