Da Capo Nord allo Stretto di Bering: quattro mesi tra i ghiacci sulla rotta del passaggio a nord-est, percorsa 90 anni fa dal viaggiatore ed esploratore Roald Amundsen. Ieri a Milano il varo ufficiale della spedizione. (Raymond Zreick, 1° dicembre 2008)
MILANO, 30 NOVEMBRE. Domenica pomeriggio, nel mezzo di corso Buenos Aires sono schierati i jeepponi Iveco bianchi e blu che devono portare a Uelen, ultimo lembo della Russia davanti alle coste dell'Alaska, gli equipaggi della spedizione OLTRE. Accanto c'è il grosso camion che fa da stand e da palco per il varo di questa avventura scientifica italiana, poco più in là i mezzi degli Alpini e un po' più avanti ancora le autopompe dei Vigili del Fuoco di Milano e alcuni splendidi esemplari del MotoClub dei Vigili del Fuoco: «Se fossimo partiti oggi ci avrebbero scortato per un pezzettino», mi dice Lanfranco Zanalda (che dal suo blog su Focus.it ci racconterà l'impresa in diretta, comunicazioni permettendo). Per questioni burocratiche la partenza, inizialmente pervista per oggi, è stata infatti rinviata all'11 dicembre. «Peccato, non ci sarà la sfilata...» Mi dispiace per lo spettacolo, ma mi sento anche un po' sollevato: fa un freddo... I meteorologi continuano a dirci che questo è l'anno più caldo della storia o giù di lì, ma intanto oggi fa un freddo becco.
LA SPEDIZIONE
Da Capo Nord allo Stretto di Bering, circa 10.000 km in quattro mesi scarsi, su terra (e su ghiaccio), lungo un percorso che in qualche punto toccherà o incrocierà la rotta seguita da Roald Amundsen 90 anni fa a bordo della Maud. La spedizione esplorerà dunque il passaggio a nord-est, viaggiando - tra dicembre e marzo - per lo più nella notte artica e con temperature che verosimilmente andranno tra i 25 e i 50 gradi sottozero! L'equipaggio, trentasei persone che si alternano a gruppi di 15-16 per periodi di un mese, ai comandi di Petter Johanssen (parente di Amundsen!), tra settembre e ottobre si è allenato in alta quota, tra La Thuile e Cervinia, anche per prepararsi alle temperature polari. Temperature che non spaventano Maurizio Busetto, 38 anni, fisico e ricercatore ISAC-CNR, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche. Reduce da 13 mesi in Antartide, alla base italo-francese Concordia (3.200 metri di altitudine), per quell'esperienza ricorda temperature ancora più rigide e soprattutto venti molto impegnativi, che non si aspetta di trovare "lassù", al Nord. Un altro volontario: «Partecipare a queste spedizioni è più facile di quanto si creda: è vero che bisogna dimostrare un'attitudine non comune, ma è anche vero che non c'è una gran fila di gente in coda...» E la ricerca dell'ISAC? «Durante l'ultimo periodo del viaggio, quando il Sole tornerà ad alzarsi, vogliamo misurare la radiazione solare a quella latitudine, e anche "vedere" quali sostanze sono depositate sul ghiaccio. È uno studio che può dire molto sul clima della Terra e sulla sua evoluzione.»
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