Un manto soffocante di alghe ha invaso il Mare Arabico, in un'esplosione di fitoplancton che si estende dal Golfo dell'Oman a ovest, fino a India e Pakistan verso est. Se la fioritura dei microscopici organismi è un fenomeno non raro per i mesi invernali, l'estensione che ha raggiunto quest'anno ha allarmato i biologi marini, che hanno riferito di onde puzzolenti di un colore "verde guacamole".
Belle solo da vedere. Dall'alto i dinoflagellati (alghe unicellulari provviste di flagelli) della specie Noctiluca scintillans offrono uno spettacolo affascinante - con tanto di bioluminescenza notturna - ma quando si decompongono rilasciano una quantità di ammoniaca che altera la composizione dell'acqua e, in dosi massicce, può essere letale per pesci, tartarughe marine e altre creature acquatiche. Le attività ittiche locali ne risentono, così come il turismo: la distesa di alghe emana anche un odore penetrante.
I colpevoli. Le fioriture di fitoplancton erano rare fino a dieci anni fa, ma stanno diventando un fenomeno frequente in alcune parti del mondo, come Tasmania (vedi), Australia e Mare Arabico. Tra le cause potrebbe esserci la presenza, nel Golfo dell'Oman, di una zona morta, cioè una porzione di mare povera di ossigeno, dovuta forse alle massicce quantità di azoto e fosforo riversate in mare.
Queste sostanze chimiche alimentano la presenza di plancton di cui i dinoflagellati si nutrono, e delle alghe loro simbionti. L'intensificazione dei monsoni sudoccidentali sull'Oceano Indiano, dovuta allo scioglimento dei ghiacciai himalayani (e in ultima analisi al riscaldamento globale) non farebbe che aggravare il problema.