Roma, 16 set. - (AdnKronos) - "Costruire un nuovo modello di agricoltura a livello globale" consapevoli che "è l'agricoltura il settore in cui, più di altri, si sono spostati i limiti del rapporto uomo-natura e oggi c'è la consapevolezza che questo non è più sostenibile". Così Guido Fabiani, assessore Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Lazio, affronta il tema in occasione di "AgUrb2015 - Agricolture in an Urbanizing Society", la seconda conferenza internazionale sull’agricoltura nella società urbanizzata.
Organizzata da Aicare e Regione Lazio, nell’ambito degli eventi Lazio Expo 2015, la conferenza è quest'anno ospitata a Roma che si candida a laboratorio ideale per il tema scelto: la capitale è stata fino al 1992 il più grande comune agricolo in Europa; negli ultimi 50 anni ha visto edificare ben due terzi della sua superficie e l’agricoltura rappresenta oggi una questione chiave per la città.
Questione che, però, "ha bisogno di nuove politiche - sottolinea Fabiani - di una prospettiva multifunzionale ed ecosistemica, di cooperazione, scienza e tecnologia. Da questo punto di vista, la Regione Lazio ha avviato un nuovo programma di sviluppo rurale, proprio per rispondere alle nuove esigenze", in particolare quelle dei giovani che chiedono al Comune e alla Regione di poter lavorare i terreni agricoli disponibili.
Tra gli ospiti internazionali chiamati a confrontarsi sul tema nell'ambito della conferenza, anche Pierre Rahbi, esperto mondiale di agricoltura sostenibile e fondatore del Mouvement Colibris "Coopérer pour changer" che ha sottolineato la necessità di sanare al più presto la frattura tra uomo e natura e sulla questione morale dello sfruttamento moderno delle risorse .
"Nell'economia dell'universo - spiega Rahbi - l'uomo rappresenta un minuto e mezzo su 24 ore e in questo minuto e mezzo è riuscito a introdurre il dualismo: uomo contro uomo, uomo contro natura. Una spaccatura che va corretta subito".
"Il pianeta è organizzato su un possesso dispari con un terzo della popolazione che controlla in quattro quinto delle risorse. E così oggi viviamo in pianeta che potrebbe sfamare tutti, ma di fatto questo non accade. Questa è una questione morale".
Rahbi chiarisce anche la sua idea di agricoltura ecologica: "svolgere attività con la natura, non stravolgendola, riabilitare la terra e le popolazioni rurali. Le città - conclude Rahbi - non sono il luogo del successo, possono continuare a vivere finché la natura continuerà a produrre e per questo servono politiche in grado di coniugare le due cose".
Fino al 17 settembre, la conferenza chiama a raccolta 400 esperti da 60 Paesi diversi proprio per cercare insieme soluzioni per affrontare al meglio le sfide globali della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico, partendo dalla consapevolezza che le grandi questioni dell’agricoltura e dell’alimentazione riguardano sempre di più l’organizzazione delle città, e la loro capacità di orientare le forze economiche e suggerire alla ricerca agricola percorsi di sviluppo differenziati in funzione dei bisogni della società.
Le sfide dell'urbanizzazione globale ad AgUrb