Se i fiumi europei continuano ad aumentare la portata, si potrebbe fermare la calda corrente del Golfo.
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Il delta del fiume Lena, uno dei più grandi corsi d'acqua che si gettano nell'oceano Artico. © Nasa. Clicca qui per scaricare la foto come sfondo del computer (189 Kb). |
La conveyor belt, la corrente sottomarina che funziona come un nastro trasportatore, permette lo scambio di calore tra aree tropicali e polari e ha un importante ruolo nella regolazione climatica di tutto il Pianeta, rischia di interrompersi. In particolare si arresterebbe la corrente del Golfo. Secondo una nuova ricerca pubblicata su Science, nella quale sono stati rielaborati dati dal 1936 a oggi, il flusso annuale di acqua dolce che i sei principali fiumi europei ( Kolyma, Dvina, Lena, Ob, Pechora, Yenisey) gettano nell'oceano Artico è aumentato del 7%. Se le acque dell'oceano diventano meno salate, il motore che garantisce il funzionamento delle correnti potrebbe fermarsi, facendo piombare l'emisfero nord in un'era glaciale. IL FENOMENO DI EL NIÑO Passo dopo passo, il quadro climatico con e senza El Niño.
Su e giù per il pianeta. Le correnti sottomarine percorrono gli oceani da nord a sud e da est a ovest, viaggiando in superficie quando devono cedere calore e andando in profondità quando si raffreddano. Salita e discesa però dipendono anche dalla concentrazione di sale, che rende l'acqua più pesante. Uno degli "interruttori" più importanti si trova tra l'Islanda e la Groenlandia: qui un ramo della corrente del Golfo, calda, risale e viene raffreddato dai venti artici, che facendo evaporare l'acqua aumentano la concentrazione di sale, la rendono pesante e la fanno inabissare. Da lì continua poi verso le cose americane del sud. I sei principali fiumi europei stanno però riversando 128 km cubici all'anno in più di acque dolci proprio nell'area dove si trova l'interruttore. Il fenomeno sembra essere correlato all'andamento della Nao, la manifestazione meteorologica che viene simbolicamente collocata sopra all'oceano Atlantico (vedi Focus numero 120, ottobre 2002, pag.90). In realtà non si tratta di una zona ciclonica o di evento preciso, ma dell'oscillazione di un insieme di parametri, del tutto simile a El Niño, il fenomeno che si verifica nell'oceano Pacifico. Quando la Nao è positiva gli inverni europei sono più umidi e caldi, piove di più e i fiumi si riempiono. La tendenza degli ultimi anni, e la previsione per i prossimi, è che resterà positiva. Con le conseguenze che vedremo per l'ecosistema artico.
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(Notizia aggiornata al 13 dicembre 2002)