Parliamo spesso di automobili elettriche, di fonti rinnovabili d'energia e di ecologia in generale, perché abbiamo seriamente a cuore i problemi del nostro pianeta: proprio per questo, ci irrita terribilmente, durante le nostre passeggiate in città e nei parchi, imbatterci di tanto in tanto nelle deiezioni degli altrui animali. D'accordo, un cagnolino non inquinerà quanto una centrale a carbone, ma amare l'ambiente significa in primis rispettarlo, anche in termini di puro e semplice decoro, e perfino i piccoli gesti, come raccogliere i bisognini dei nostri piccoli amici, diventano importanti. Al riguardo, inoltre, vi ricordiamo che in Italia i padroni che trascurano questa incombenza sono passibili di multa; ma come fare per rintracciare questi incivili?Ancora una volta corre in nostro aiuto la tecnologia: negli Stati Uniti, infatti, è nato il programma PooPrints e già il nome dice tutto, o quasi. Grazie ad esso, basta raccogliere un campione incriminato e, mediante un apposito kit, viene isolato il DNA dell'animale che l'ha prodotto; questo, poi, viene caricato in un database e confrontato con quelli schedati in precedenza. E' un esame estremamente innovativo, degno delle migliori puntate di CSI, che consente di ricavare una sorta di... impronta fecale. Per ora, il governo federale non ne ha imposto l'uso alle forze dell'ordine, ma verrà data la possibilità di utilizzarlo a tutte le comunità locali che ne faranno richiesta: ovviamente, all'inizio sarà estremamente impreciso, essendo la banca dati di riferimento alquanto ristretta, ma, man mano crescerà il numero dei profili, allo stesso modo aumenterà l'efficacia di PooPrints. Quando avviene l'identificazione, non c'è margine d'errore ed il colpevole non ha scampo, pertanto si può procedere direttamente con la sanzione.L'idea è interessante e la conferma della sua rilevanza ecologica - nonché igienica - ci arriva direttamente da una recente statistica, dove emerge che negli USA oltre il 40% dei rifiuti prodotti da cani non viene opportunamente eliminato. Se queste cifre sono corrette, siamo davvero al cospetto di una vera e propria piaga sociale, ciò nonostante abbiamo più d'una perplessità in merito: la procedura è tutt'altro che semplice e, ad occhio e croce, non sembra affatto economica; le risorse umane richieste potrebbero essere impiegate per scopi ben più nobili ed utili; la ricerca che è stata effettuata per arrivare a questi risultati non è certamente rivoluzionaria, anzi potrà sicuramente partecipare alla prossima edizione dei premi IgNobel; anche la raccolta del DNA di quanti più esemplari, per sviluppare un database accettabile, ha l'aria di essere un'operazione lunga e faticosa. Insomma, siamo certi che il gioco valga la candela? Non sarebbe, forse, meglio una banale campagna di sensibilizzazione? Nel dubbio, continuate a guardare dove mettete i piedi...