Gnomi, fate, elfi, orchi e streghe. Personaggi che popolano fiabe e leggende della tradizione, ma anche i boschi di una zona ben precisa del nostro Paese. Fantasia o realtà? L'Adnkronos ha scovato un fascicolo, custodito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e aperto quasi 15 anni fa, che reca la dicitura “Gnomi e fate dei boschi”.
Una cartellina verde del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo Forestale dello Stato che contiene informazioni, segnalazioni, materiale fotografico che riguarda esattamente quello che il suo titolo evoca: avvistamenti stranamente concentrati in un'area ben precisa, l'Appennino tosco-romagnolo, con alcuni suoi comuni, come San Piero in Bagno e Bagno di Romagna.

Che cosa dice? Abbiamo guardato dentro quel fascicolo. Il suo contenuto? In alcuni casi fa sorridere, in altri no. Inquieta la fotografia scattata da G.F., banchiere di Cesena, in viaggio di notte con la moglie per raggiungere la sua baita all'interno della Foresta della Lama, nell'Appennino forlivese. Costretto a fermare l'auto e a scendere dalla vettura per montare le catene da neve ha visto “qualcosa”, un essere dalla sembianze umane, carponi e intento a mangiare neve.
La sua fotografia, nel fascicolo della Forestale è classificata come “elfo” per via delle orecchie allungate che si intravedono. La foto è sfocata, il negativo mai consegnato, ma secondo alcune fonti "il testimone sarebbe una persona seria e attendibile". Che poi quello sia proprio un elfo, tutto da dimostrare.
Potrebbe essere un caso di pareidolia (la tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate) o un fotomontaggio.
C'è anche chi è convinto che si tratti di un poltergeist, lo spirito di un ragazzino morto anni prima ucciso da un mugnaio e che si aggira senza pace nella zona. Ma a questo punto vale tutto, potrebbe essere anche un alieno.

Fa sorridere, invece, il verbale di dichiarazioni spontanee datato 2 agosto 2001, raccolte nel Comando Stazione Bagno di Romagna da ufficiali e agenti del Cfs che hanno ascoltato e messo nero su bianco il racconto del signor Pierluigi Ricci il quale, all'interno del Parco dell'Armina, mentre si apprestava a bere alla fonte, avvistava «un essere alto circa 25 centimetri che ritengo essere uno "gnomo"dei boschi».
E ne fornisce una descrizione “da manuale”, anche troppo: sembianze umane e abbigliato con casacca azzurra, pantaloni marroni, stivali di pelo beige, cappello rosso e barba bianca. Il tradizionale gnomo, insomma, proprio come quello che nell'area ha dato un volto al Sentiero degli Gnomi e al Bosco di Gnomo Mentino, che attirano ogni anno migliaia di visitatori.
Perché sulla scia della moda dello gnomo è nato tutto un turismo, con pacchetti dedicati e con i suoi gadget, sul modello del turismo magico o di fantasia tipico dei paesi nordici.
Gli gnomi, però, in questa zona popolano i racconti e, in alcuni casi, i ricordi di tante persone, anche degli anziani che non si interessano di marketing e di turismo e per i quali gli Appennini sono pieni di mostri, draghi, fate, orchi e santi.
DOVE SI TROVANO? Ma perché in caso di avvistamento si va alla Forestale? «Alla Forestale arrivano segnalazioni di tutti i generi, in questo caso allo gnomo si associa un guardiano della natura così come al Cfs si riconosce il ruolo di tutela ambientale», spiega Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro, "Luoghi della meraviglia", dedicato agli itinerari del fantastico in Italia.
Gnomi dell'Appennino, fate nel casentino, streghe al centro e al sud: per chi volesse tentare l'incontro, questa è la geografia da tenere presente.