Ecologia

Storie di 'Bail Bond', garanti di cauzione da New York al carcere di Milano Opera /FOTO

Una mostra fotografica di Clara Vannucci racconta per immagini queste figure che negli Usa si fanno carico delle cauzioni degli imputati in attesa di giudizio. Unica data di apertura al pubblico esterno il 19 marzo

Milano, 12 mar. - (AdnKronos) - "Se oggi come oggi, senza un'occupazione, avessi la possibilità di scappare con mezzo milione di dollari, l'afferreresti?". Lo chiedeva Jackie Brown a Max Cherry nel film di Quentin Tarantino, tratto dal romanzo "Punch al rum" di Elmore Leonard. Hostess lei, finita in prigione per una storia di contrabbando di denaro, garante di cauzioni lui, mestiere che nel film si rivela in tutte le sue contraddizioni e sfaccettature.

Quelle colte dalle fotografie di Clara Vannucci per la mostra "Bail Bond" realizzata con Fabrica e dedicate proprio alle figure che negli Usa si fanno carico delle cauzioni degli imputati in attesa di giudizio. Luogo della mostra, dal 19 marzo al 2 aprile, la Casa di Reclusione Milano-Opera, con un'unica data di apertura al pubblico esterno giovedì 19 marzo, dalle 19 alle 21, previa registrazione per ragioni di procedura e di sicurezza. (FOTO)

Racconto visivo ambientato nella New York di oggi, dedicato ai "Bail Bondsmen", le figure che nel sistema giudiziario statunitense si fanno carico della cauzione degli imputati in attesa di giudizio. "Bail Bond" illumina una zona inesplorata della legge statunitense: nel sistema giuridico americano un individuo accusato di un crimine è detto defendant. In attesa del giudizio, i defendant possono vivere liberi ammesso che paghino una somma di denaro, una garanzia cauzionale.

Quando i defendant non possono pagare per la loro libertà ricorrono ai Bail Bondsmen, figure sconosciute al sistema giudiziario italiano, che si fanno carico della cauzione e svolgono un ruolo di garante tra imputato e corte. Se l’imputato non rispetta le regole, il garante, responsabile della sua libertà, può assumere un cacciatore di taglie, bounty hunter, per ritrovare il fuggitivo affinché si presenti in aula.

La mostra si inserisce, infatti, nelle iniziative di Opera volte a far incontrare carcere e società, in un percorso di apertura e conoscenza reciproca. La fotografa Clara Vannucci realizza il suo primo importante lavoro fotografico, "Crimine e redenzione", in carcere a Volterra, un reportage sul teatro che segna il suo percorso artistico.

Il progetto le apre i cancelli del carcere di Rikers Island a New York, dove lavora per oltre due anni raccontando per immagini vita e storie delle donne che hanno subito violenze. Fotografa freelance per magazine e giornali ha recentemente pubblicato il libro fotografico "Bail Bond. Bondsmen, defendants & bounty hunters", prodotto e pubblicato da Fabrica.

Clara ha lavorato per diversi mesi al fianco di un bondsman, e ha condiviso con lui i tempi lunghi e incerti degli appostamenti, le uscite notturne a caccia di fuggitivi, la tensione nell’indossare un giubbotto antiproiettile, le scariche di adrenalina durante le irruzioni nelle case dei presunti evasi, le notti insonni nonostante la stanchezza.

In questa New York non c’è spazio per gli stereotipi: a popolarla non sono esperti di borsa di Wall Street in abiti firmati, bensì personaggi dubbi con vistosi anelli, croci d’oro al collo e bandana in testa.

I percorsi di Clara si sono srotolati distante dalla Manhattan elegante, e l’hanno condotta a China Town, Downtown Brooklyn, Jamaica Queens, tra caseggiati popolari, corridoi angusti e bui, uffici pieni di scartoffie e poster di Marlon Brando nei panni del padrino alle pareti.

12 marzo 2015 ADNKronos
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