Roma, 2 ott. - (AdnKronos) - La sostenibilità ambientale è donna. Il pubblico femminile, infatti, si dimostra più convinto e coerente nelle sue scelte ecologiche rispetto alla controparte maschile. Lo conferma il 'laboratorio' interculturale avviato da Birrificio Angelo Poretti, Birra Ufficiale di Padiglione Italia, a Expo 2015 dove ha realizzato oltre 400 interviste personali in collaborazione con AstraRicerche.
In particolare dalla prima delle 4 rilevazioni in programma dal titolo “Preoccupazione ambientale e favore per le marche attente all’ambiente” è emerso che il 33% degli intervistati si è detto “molto preoccupato per la tenuta ambientale del pianeta” appena meno per il proprio Paese, decisamente meno per la propria città: la preoccupazione è globale più che locale.
L’85% delle donne è molto/abbastanza preoccupata per l’ambiente a livello globale (contro il 79% degli uomini). L’elevata preoccupazione cresce con l’età in modo continuo (il 25% dei più giovani si dichiara molto preoccupato rispetto al 43% dei meno giovani).
Il 72% delle intervistate, inoltre, ha manifestato la sua disponibilità a “pagare i prodotti un po’ di più” se prodotti da marche attente all’ambiente (contro il 63% degli uomini), evidenziando come ecologico non sia più sinonimo di economico ma una scelta di valore consapevole e condivisa con la marca.
Secondo l'indagine il 90,5% degli intervistati ha espresso il pieno apprezzamento nei confronti della marca attenta all’ambiente dicendosi disponibile “a suggerirla ad amici e parenti” svelando di provare un forte “senso di orgoglio nell’utilizzo dei suoi prodotti”.
La preoccupazione per lo stato di salute dell’ambiente nel mondo è un tema che coinvolge oltre l’80% degli intervistati. Tra questi, l’universo femminile si dimostra un passo avanti rispetto a quello maschile in termini di sensibilità ambientale e di concreta disponibilità a sostenere le marche più attente all’ambiente.
Un elemento curioso che spicca nella ricerca è che la preoccupazione ambientale ha una connotazione molto global e assai meno local, ovverosia gli intervistati temono il deteriorarsi dell’ecosistema su scala mondiale (81%) più di quello a livello nazionale (74%) o della loro città (47,5%).
In termini anagrafici, invece, l’apprensione per la situazione globale cresce con l’età in modo continuo, passando dal 25% di “molto preoccupati” nella fascia tra i 18 e 24 anni al 43% tra gli over 54.
Di contro, il livello di preoccupazione per la propria città raggiunge il picco nelle fasce d’età 25-34 e 45-54 per digradare sensibilmente in età più avanzata. La ricerca di AstraRicerche per Carlsberg Italia mette sotto la lente anche il rapporto tra i consumatori e le marche più attive sul fronte della sostenibilità ambientale da cui emerge un atteggiamento di aperto consenso.