La Siberia sarà il prossimo granaio del pianeta? È possibile: con i suoi 13,1 milioni di chilometri quadrati (il 77% della superficie della Russia), oggi è per lo più inospitale e difficile da coltivare, soprattutto nelle aree più a nord, per via delle temperature estremamente basse che si registrano durante l'inverno. Ma la situazione potrebbe mutare notevolmente entro i prossimi decenni, perché questa regione del mondo pare destinata a diventare una terra arabile e capace di richiamare milioni di persone.
A sostenerlo sono Elena Parfenova, Nadezhda Tchebakova (Sukachev Institute of Forest, Russia) e Amber Soja (National Institute of Aerospace, Nasa), in uno studio pubblicato su Environmental Research Letters.
I ricercatori hanno utilizzato il Representative Concentration Pathway (RPC: usato dall'IPCC per il suo quinto rapporto sul clima, nel 2014, mostra l'andamento della concentrazione di gas serra in funzione di quattro possibili scenari) e gli strumenti del Coupled Model Intercomparison Project (CMIP: modelli del clima per l'analisi del cambiamento climatici) per prevedere come si trasformeranno le immense aree della Siberia entro la fine del secolo.
Lo studio si basa su due scenari: RCP 2.5 (verso un cambiamento climatico lieve) e RCP 8.5 (verso cambiamenti climatici molto marcati).
Sembra già troppo tardi... Lo studio rileva che entro sessant'anni si potranno avere aumenti della temperatura compresi tra 3,4 e 9,1 °C in inverno, e tra 1,9 e 5,7 °C in estate, mentre le precipitazioni potrebbero aumentare tra i 60 e i 140 millimetri all'anno. Una situazione che, pur partendo da condizioni estremamente difficili per l'uomo, potrebbe trasformare il 15% dell'immensa Siberia in una regione vivibile e coltivabile, portando infine a una popolazione di 5-6 volte quella attuale. Secondo i ricercatori non si tratta quasi più di contrastare o mitigare il cambiamento climatico: piuttosto, i decisori politici dovrebbero iniziare a pianificare la trasformazione del territorio.