Roma, 8 giu. - (AdnKronos) - La legge italiana vieta i sacchetti di plastica usa e getta. Ma a distanza di quattro anni dalla messa al bando, in alcune parti d’Italia il 60% degli shopper non è conforme alla legge. A fare il punto della situazione è Massimo Centemero, direttore del Cic, Consorzio italiano compostatori che all’Adnkronos spiega che il dato più allarmante si registra nel centro sud. Nel nord Italia, infatti, spiega Centemero, “la situazione è migliore perché lo shopper ha origine dalla grande distribuzione che fa molto riferimento a shopper bio per l’asporto merci. Nel centro sud Italia, invece, c’è una minor presenza della grande distribuzione e lì il dato è molto allarmante”.
Secondo il direttore del Cic, “il sacchetto biodegradabile e compostabile falso è un danno enorme per raccolta differenziata dell'organico, e ancora di più per il cittadino che vede vanificato il suo sforzo”. Ma è anche “un danno per gli impianti di compostaggio perché li devono smaltire, con maggior dispendio di energie e costi”.
Dei sacchetti falsi “ce ne accorgiamo quando il rifiuto entra nell'impianto, facendo le nostre indagini merceologiche che sono molto accurate. Quello dei sacchetti falsi è un vero e proprio mercato parallelo”. Per Centemero “è necessario puntare su una cultura del riciclo, in modo che anche i piccoli commercianti, quelli da cui è facile trovare sacchetti falsi, riconoscano uno shopper biodegradabile e compostabile da uno che non lo è".