Roma, 27 feb. - (AdnKronos) - Acqua: risorsa infinita? Sì, ma non a fronte di consumi che continuano a crescere, di pari passo con la popolazione mondiale. Perché se è vero che il pianeta oggi contiene la stessa quantità di acqua di 2000 anni fa, è anche vero che allora la popolazione mondiale era appena il 3% di quella attuale.
“Il problema dell'acqua oggi è sia qualitativo che quantitativo, basta pensare che dal 1990 a oggi i consumi di acqua sono aumentati del 16% mentre la qualità, a causa dell'inquinamento, è sempre più scadente”, spiega all'Adnkronos Alessandro Zanasi, presidente del comitato scientifico del convegno Aquitaly. Il risultato? “Nel 2050 potrebbero esserci problemi seri di approvvigionamento e, tenendo presente che l'acqua non serve solo per bere ma soprattutto per irrigare e coltivare i campi, anche legati all'alimentazione”.
Le aree più critiche? “Quelle desertiche e del terzo mondo attualmente in crisi d'acqua, e che lo saranno sempre di più. Ma secondo alcune ricerche recenti, anche i Paesi occidentali industrializzati dovranno affrontare problemi dal 2025, a causa dell'eccessiva richiesta”, aggiunge Zanasi.
Un allarme che non risparmia l'Europa dove, nei prossimi decenni, i flussi idrici estivi tenderanno a ridursi dell’80% nelle aree meridionali e in una parte centrale e orientale del Vecchio continente. Questione, pertanto, che riguarda anche l’Italia.
Ad emergere in occasione del convegno Aquitaly dedicato proprio alle problematiche legate all'acqua, è che il numero di persone che può disporre di acqua corrente nelle città è diminuito rispetto alla fine degli anni ’90. Siccità e agricoltura intensiva le cause principali della carenza dell’acqua, e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi 25-30 anni, per il previsto incremento dell’urbanizzazione.
Ma da dove viene questa preziosa risorsa? Il 70% della superficie terrestre è coperta di acqua, ma di questa il 97% circa è salata e si trova nei mari e negli oceani, mentre solo il 3% è dolce. Di questo 3%, il 69,7% si trova nei ghiacciai e nelle nevi perenni, il 30% nelle falde sotterranee e lo 0,3% in laghi e fiumi. L'acqua è continuamente in movimento attraverso il suo ciclo idrologico, ma la sua quantità resta fissa: si tratta quindi di un bene limitato, si rinnova ma non aumenta né diminuisce, questo implica che un peggioramento della sua qualità ne riduce anche la quantità utilizzabile.