Roma, 4 lug. (AdnKronos) - Rifiuti solidi urbani per oltre 71 milioni di tonnellate: è l'ammontare complessivo di Rsu prodotti in Brasile nel 2014. Sono i dati del Rapporto sullo stato dei rifiuti in Brasile commissionato da Ice Brasile e curato da Abrelpe (Associação Brasileira de Empresas de Limpeza Pública e Resíduos Especiais).
Il Paese Sudamericano, dunque, rappresenta un’occasione importante di sviluppo per tutte le imprese italiane della green economy. Rimini Fiera, che dal 2015 organizza Fimai Ecomondo Brasil (4-6 ottobre 2016) a San Paolo e, da 20 anni, con Ecomondo (8-11 novembre 2016) è l’expo di riferimento per il sistema ambiente italiano ed europeo, è impegnata a connettere le due realtà.
"Ci sono tre aspetti fondamentali che fanno del Brasile un approdo favorevole per le imprese italiane della green economy - spiega ricercatrice Gabriela Otero Sartini - La prima è che più del 65% dei rifiuti urbani in Brasile è gestito da aziende private; secondo, la strategia guarda alla produzione di compostaggio e biogas, settori nei quali l’Italia è un paese leader; terzo, la presenza di gradi aree urbane nelle quali pianificare la messa in opera di nuovi impianti. Il Brasile presenta un dinamismo importante in questo settore, è pronto ad accogliere impianti con tecnologie validate che tengano conto dei costi di gestione che in Brasile sono piuttosto bassi".
Per quanto riguarda i rifiuti, in Brasile nel 2014 l’ammontare totale dei Rsu (rifiuti solidi urbani) é stato di poco più di 71 milioni di tonnellate. Il rapporto tra la quantità di rifiuti prodotti e la raccolta degli stessi ha raggiunto un indice del 90,6%, con discrepanze considerevoli però tra le diverse regioni geografiche, mentre poco più di 7 milioni di tonnellate di rifiuti non sono stati raccolti ed hanno avuto una destinazione sconosciuta o inadeguata rispetto a quanto indicato dalla legislazione (Fonte Ricerca Ice Brasile - Abrelpe).
"Fra imprese italiane e brasiliane ci sono ottime prospettive di collaborazione - conferma Fabio Fava, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo - considerando il fatto che il Paese sudamericano sta equipaggiandosi di normative e direttive nuove e stringenti sul fronte ambientale, sovente in linea con quelle già adottate in Europa, in particolare sul fronte della salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse, sul frazionamento e la valorizzazione dei rifiuti. Ciò genera nuovo fabbisogno di ricerca ed innovazione e quindi nuove opportunità di mercato, di interesse per un Paese come l'Italia che ha già fatto lo stesso percorso negli ultimi anni, con aziende pronte ad accompagnare l'avvio di procedure e competenze mature e validate nei vari ambiti regolamentati".