Ecologia

Rifiuti, Italia nella top five europea del riciclo della plastica

Roma, 4 ott. (AdnKronos) - Italia nella top five europea del riciclo della plastica. Grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo, una produzione orientata al 'tailor made' e un sistema sempre più efficiente in termini di costi, il nostro Paese oggi è in grado di produrre 15 materie prime seconde a partire dagli imballaggi raccolti. Frutto di un lavoro iniziato nel 2003 da Corepla, Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica.

Il neo presidente Antonello Ciotti racconta all’Adnkronos i risultati raggiunti e gli obiettivi futuri del Consorzio. Il dato di partenza è che l’Italia è tra i grandi riciclatori in Europa: l’immesso al consumo 2015 degli imballaggi in plastica è risultato pari a circa 2 milioni di tonnellate (51% imballaggi rigidi, 41% imballaggi flessibili e 8% imballaggi di protezione/accessori). "Siamo tra i numeri uno in termini di quantità prodotta di materiale riciclato. Siamo dunque nella top five del riciclo, in linea con i Paesi del nord Europa. Manca il giusto mix con il recupero energetico", spiega Ciotti.

Non solo. Il Consorzio ha migliorato le sue prestazioni anche in termini di costi di gestione. "Nel 2003 il costo per tonnellata che transitava attraverso Corepla era di circa 43 euro, l’anno scorso abbiamo ridotto questo costo dai 43 ai 16 euro a tonnellata", sottolinea.

Qualche numero. Nel 2015 sono state raccolte circa 900mila tonnellate di imballaggi in plastica (+8,4% rispetto al 2014). E’ cresciuto anche il riciclo, pari a 540mila tonnellate mentre circa 324mila tonnellate hanno prodotto calore ed energia. Così, alla fine, solo lo 0,8% del materiale raccolto (costituito da frazioni estranee ancora non riciclabili e non recuperabili) è stato avviato a discarica.

Una parte di immesso al consumo, dunque, sfugge al corretto recupero. "Dobbiamo differenziare meglio e far sì che nella differenziata finiscano solo gli imballaggi", spiega il numero uno di Corepla che sottolinea "poi ci sono i Comuni che non fanno la differenziata".

Guardando al futuro, le parole d’ordine di Corepla sono 'ricerca e sviluppo' e materiali 'tailor made'. "Siamo passati da 5 prodotti (generati, ndr) nel 2003 a 15 prodotti nel 2015 - spiega Ciotti - questa ricerca e sviluppo continua ci ha portato a estrarre dal grande contenitore delle plastiche riciclate prodotti sempre più specializzati e questo va a ridurre il quantitativo di materie plastiche che vengono utilizzate nel recupero energetico".

"Adesso abbiamo di fronte a noi la grande sfida dell’economia circolare che richiede eco-innovation - spiega il presidente del Consorzio - e non si può fare innovazione senza una grossa sfida di ricerca e sviluppo.

Per questo è nostra intenzione nei prossimi anni devolvere una quantità importante delle nostre risorse in questa direzione".

La filiera, poi, deve guardare alle esigenze del mercato finale. "La materia plastica non è unica, è come un grande condominio fatto di famiglie che litigano tra loro. Ci sono le poliolefine, i polistireni, gli accoppiati misti. Il compito di Corepla e dei selezionatori di Corepla è di suddividere queste famiglie in modo che non litighino tra di loro. Il mercato finale ci chiede in particolare alcune famiglie di polimeri e noi definiamo l’azione dei riciclatori in modo che vengano estratti i polimeri richiesti". Così che la materia prima seconda abbia uno sbocco commerciale garantito.

5 ottobre 2016 ADNKronos
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