Pensare al futuro significa trovare il modo in cui fare la differenza e rendere le attività produttive quanto più sostenibili possibili, anche in campo alimentare. Un esempio di come le cose si possano cambiare è quello di FRoSTA, produttore tedesco di surgelati, come pesce, verdure e piatti pronti, che in Italia si trovano anche sotto il marchio Valle degli Orti. Da anni, per procedere in quest'ottica, ha cambiato approccio lavorando su due livelli principali: l'eliminazione nelle preparazioni degli additivi, che solitamente vengono utilizzate dalla maggior parte delle aziende alimentari, e la riduzione di plastica nel packaging attraverso l'utilizzo delle Eco-bag, che usano il 75% in meno di plastica.
Il processo di FRoSTA, fondata nel 1962 a Bremerhaven, sul Mare del Nord, è cominciato nel 2003 quando i fratelli Friederike e Felix Ahlers, eredi dell'azienda guidata prima dal nonno e poi dal padre, hanno adottato il principio del "Purity Command", ovvero un "Editto di Purezza" che ha definito come capisaldi dell'attività la naturalezza, la trasparenza e la tracciabilità.
Naturalezza e tracciabilità, i capisaldi della tradizione. Inaugurare un nuovo processo, basato su questi principi, per FRoSTA ha significato in una prima battuta trasformare il sistema produttivo tradizionale. L'azienda ha così sviluppato macchinari ad hoc che permettessero di introdurre strumenti necessari per lavorare alcuni ingredienti base. Per esempio, la besciamella è prodotta a partire dal roux e non da semilavorati in polvere, contenenti caseinati, proteine del latte, emulsionanti e acidificanti. Lo stesso è valso per il fumetto, il brodo a base di pesce che ha necessitato di un bollitore che sostituisse una produzione basata su aromi in polvere. O ancora per il sale. FRoSTA infatti, per evitare l'utilizzo di quello fino che contiene piccole percentuali di biossido di titanio, usa quello puro di miniera, il salgemma, triturato con uno speciale macchinario.
A questa innovazione tecnologica, legata alla produzione alimentare, negli ultimi anni si è affiancato un progetto di digitalizzazione globale, con importanti investimenti e che ha come obiettivo quello di potenziare la tracciabilità. A oggi è possibile per il consumatore identificare le origini di ogni ingrediente tramite i lotti di produzione indicati sul retro delle confezioni. Per farlo FRoSTA ha messo a disposizione sui siti degli strumenti di ricerca appositi destinati nel tempo a essere perfezionati per una conoscenza ancora più puntuale e specifica.
Packaging, come ridurre l'utilizzo di plastica e la produzione di CO2. A fine 2019 FRoSTA ha inaugurato l'utilizzo di innovative confezioni per i suoi surgelati, le Eco-bag.
La scelta definitiva è arrivata dopo avere sottoposto la nuova soluzione a un'analisi LCA, di "life cycle assessment", cioè di valutazione dell'intero ciclo di vita dell'imballo. Lo studio ha evidenziato un utilizzo del 75% in meno di plastica e una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai packaging tradizionali. La valutazione è stata effettuata con il metodo PCF (Product Carbon Footprint), un sistema messo a punto in Germania nel 2008 sotto la supervisione di Wwf, l'Eco-Institute, l'Istituto di ricerca sugli Impatti sul Clima di Potsdam che lavora per la transizione verso una società a basse emissioni di anidride carbonica.
Il processo continua e FRoSTA si è data degli obiettivi ambiziosi da raggiungere al 100% entro il 2025.
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