Ecologia

Remedia celebra dieci anni di attività con 290mila tonnellate di Raee gestiti

Oltre il 92% dei rifiuti tecnologici raccolti e trattati dal consorzio nel 2014 è stato avviato a recupero di materia o di energia

Roma, 11 giu. (AdnKronos) - Quasi 290.000 tonnellate di rifiuti tecnologi gestiti dal 2008, il 91% relativo, in volume, ai Raee domestici, il 5% a quelli professionali e il restante 4% a pile e accumulatori. Arrivato ai suoi 10 anni di attività, ReMedia, in occasione del convegno 'Hi Tech & Ambiente 2015 - L'arrivo dirompente della Circular Economy', organizzato in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, presenta il Green Economy Report che rendiconta l'analisi dei risultati dell'attività del consorzio nel tempo, con un focus esteso sul 2014.

Analizzando i dati dell'ultimo triennio, si evidenzia un incremento dei quantitativi, seppur a tassi contenuti, grazie alla crescita della raccolta di Raee professionali e pile e accumulatori. "Dopo 10 anni, vogliamo compiere un ulteriore salto di qualità accogliendo la sfida della circular economy", osserva Walter Rebosio, presidente di ReMedia, tra i principali Sistemi Collettivi italiani no-profit per la gestione dei Raee.

Il direttore generale Danilo Bonato ne illustra i vantaggi: "Prezzi delle materie prime più stabili, tassi più alti di sviluppo tecnologico grazie all'eco-innovazione, produttività e qualità ambientale del suolo, resilienza e occupazione sono alcuni dei benefici che la penetrazione sensibile dell'economia circolare può portare all'Europa. In particolare, per quanto riguarda le industrie di rigenerazione e riciclo rappresentano già un milione di posti di lavoro in tutto il mondo. Lo sviluppo di questo nuovo modello economico porterebbe una vigorosa crescita di questi numeri".

Oltre il 92% dei rifiuti tecnologici raccolti e trattati da ReMedia nel 2014 è stato avviato a recupero di materia o di energia, mentre solo il rimanente 8% è stato destinato a smaltimento finale in discarica o a termodistruzione. Tra i materiali riciclati, il 51% - pari a 21 mila tonnellate - riguarda metalli provenienti da ogni tipo di apparecchiatura, dalle lavatrici ai computer. Il vetro proviene principalmente dagli schermi di televisori e monitor e dalle sorgenti luminose rappresenta il 24% dei materiali riciclati, seguito dal 20% della plastica.

L'attività di gestione dei rifiuti tecnologici nel 2014 ha consentito così di evitare: l'emissione in atmosfera di 39.300 tonnellate di CO2 equivalente, un beneficio pari a oltre 8mila autovetture che ogni anno percorrono 30mila km. A questo quantitativo di CO2 equivalente evitata - principalmente imputabile al riciclo di materiali dai rifiuti tecnologici - si aggiunge quello per il corretto trattamento per la preparazione al riciclo di frigoriferi e condizionatori che, grazie alla separazione e allo smaltimento per termodistruzione delle miscele di gas ad elevato potenziale climalterante contenute (Cfc e altri gas), ha contribuito a evitare l'immissione in atmosfera di ulteriori 138mila tonnellate di CO2 equivalente.

Evitata anche l'estrazione di quasi 80mila tonnellate di risorse minerali e fossili, un peso equivalente a 220 Airbus 380, uno degli aerei più grandi al mondo.

Sempre sul fronte dell'impatto ambientale è stato 'scongiurato' il consumo e l'inquinamento d'acqua per un totale di 705mila m3, l'equivalente in volume di circa 300 piscine olimpioniche o, in altri termini, la quantità necessaria all'irrigazione di campi per la produzione di 550 tonnellate di grano. Anche in questo caso, il recupero dei metalli determina il beneficio maggiore con oltre il 76,5% del totale.

Evitato, infine, il consumo della superficie di suolo pari a 382 ettari di territorio, l'equivalente di circa 500 campi da calcio regolamentari. Dal recupero è stata risparmiata l'occupazione e la trasformazione di suolo per 460 ettari, di cui il 99,6% grazie al recupero di materiali.

Il recupero di materiali dai rifiuti tecnologi non ha ricadute positive soltanto sull'ambiente, ma anche sull'economia del paese in termini di importazioni evitate di materie prime. Nel 2014 il sistema Remedia ha contribuito a ridurre i costi di importazione di materie prime per un valore complessivamente stimato in circa 21 milioni di euro, di cui l'84% è imputabile al recupero di metalli. Il maggior contributo è stato dato dal rame (32%), seguito dal piombo (26%). I metalli preziosi, pur se recuperati in quantità ancora limitate, hanno contribuito per oltre 750 mila euro.

11 giugno 2015 ADNKronos
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