Secondo un recente studio il mondiale di calcio sudafricano deterrebbe il poco invidiabile primato di evento sportivo più inquinante della storia: trasporti e bassa efficienza energetica del paese sono i principali responsabili di questo scempio. E qualcuno si domanda: ma non sarebbe stato meglio organizzarli altrove?
Lo sport rende tutti fratelli, è sano e fa bene al fisico. Ma secondo uno studio recentemente pubblicato dal Ministero per l'Ambiente e per il Turismo norvegese potrebbe non essere tanto salubre per l'ambiente. I ricercatori nordeuropei sostengono infatti che la Coppa del Mondo di Calcio in Sud Africa è responsabile dell'immissione nell'atmosfera di oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO2: la stessa quantità prodotta da 280.000 vetture di media cilindrata che percorrono 100.000 km ciascuna, o, se preferite, il triplo di quella prodotta in un anno da tutte le auto che circolano in Islanda. Impressionante. Ma qual è l'origine di tutto questo inquinamento?
Africa nera... per lo smog?
Secondo lo studio gran parte delle emissioni è imputabile ai trasporti: oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2 sono infatti a carico dei voli a lungo raggio utilizzati da squadre, delegazioni, tifosi e giornalisti che seguono l'evento mentre altre 500.000 sono legate agli altri trasporti locali e internazionali.
Tutte queste persone, circa 3,3 milioni, utilizzano inoltre una enorme quantità di energia elettrica: in Sud Africa è prodotta quasi esclusivamente da centrali a carbone che, con il loro funzionamento, appesantiscono si altre 350.000 tonnellate di CO2 il bilancio ambientale dell'evento. E infine c'è la costruzione dei nuovi stadi, che ha causato l'emissione di circa 15.000 tonnellate di andride carbonica.
Peggio di così...
Secondo la ricerca il mondiale sudafricano sembra insomma essere l'evento sportivo più inquinante di sempre: circa il doppio rispetto alle olimpiadi di Pechino del 2008 e sei volte rispetto il mondiale di Germania del 2006. E il danno ambientale non sarà certo ripagato dai 700.000 alberi che verranno piantati nelle 6 città che ospitano le partite.
E mentre in Sudafrica si gioca gli ambientalisti di tutto il mondo guardano con interesse al Brasile, sede del mondiale 2014, che dovrà confrontarsi con gli stessi problemi logistici ed eneregetici ma anche con la deforestazione.