Sempre più persone decidono di avvicinarsi a una dieta vegetariana o vegana, che potrebbe non essere la scelta migliore per il nostro organismo, ma forse è quella che più rispetta animali e ambiente (con qualche eccezione). La produzione di carne, infatti, oltre ad essere responsabile del 15% delle emissioni totali di gas serra di origine antropica (ossia emessa da attività umane), ha anche un'impronta idrica altissima: cioè consuma moltissima acqua. La Water Footprint Network ha confrontato la quantità di acqua utilizzata per vari prodotti agricoli e derivati animali, e ciò che ne è emerso è un quadro che mette in luce l'enorme peso di questi ultimi.
L'acqua consumata nella produzione di carne varia a seconda del tipo di animale e del sistema di produzione, ma le cifre rimangono in tutti i casi notevolmente superiori a quelle del settore agricolo. L'impronta idrica della carne di manzo (15.400 l/kg), ad esempio, è superiore a quella della carne di maiale (6.000 l/t) o di pollo (4.300 l/kg); tuttavia produrre carne animale richiede un dispendio di acqua di gran lunga maggiore rispetto alla produzione di qualunque tipo di verdura, per la quale servono in media 300 litri di acqua per chilo.
Grassi, proteine e calorie. Anche guardando al consumo di acqua in rapporto a calorie, proteine o grassi, le cose non cambiano. La carne animale ha in media un'impronta idrica per caloria venti volte maggiore a quella di cereali o patate; la carne di manzo consuma sei volte più acqua per proteina rispetto ai legumi, e per ogni grammo di grasso l'impronta idrica dei prodotti di origine animale (tranne il burro) è di gran lunga superiore a quella dei prodotti agricoli.
Destinazione d'uso. Ogni anno, a livello globale, la produzione di alimenti di origine animale richiede più di 2x10^31 (1 seguito da 31 zeri) litri d'acqua: una quantità inimmaginabile e per la quale le parole (quintilioni d'acqua) non aiutano. Un terzo dell'acqua consumata è destinato all'allevamento dei bovini da carne e un quinto a quello dei bovini da latte: ma la quasi totalità dell'acqua, il 98%, serve a produrre mangimi, mentre appena l'1,1% serve a dar da bere agli animali.