Roma, 23 lug. - (AdnKronos) - Piante in grado di crescere nello spazio per fornire alimenti freschi nelle stazioni orbitanti del futuro. E' questo l’obiettivo che si pone Enea con le ricerche condotte sul pomodoro 'Micro-Tom', una varietà nata come pianta ornamentale, ma con caratteristiche tali da adattarsi a un 'orto spaziale'. "La ricerca agronomica – afferma Eugenio Benvenuto, responsabile del laboratorio Biotecnologie dell’Enea – rende oggi possibile coltivare piante in luoghi estremi come la Stazione Spaziale Internazionale, grazie a colture ‘fuori suolo’ o idroponiche, che non hanno bisogno di suolo per crescere, ma solo di acqua e sostanze nutritive".
Le ricerche, condotte nel Centro Enea della Casaccia, nascono nell’ambito del progetto BIOxTREME, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e analizzano il potenziale delle piante sia come fonte di elementi antiossidanti che antimicrobici, capaci di rafforzare le difese immunitarie degli astronauti rispetto alle condizioni di vita imposte dalla permanenza nei moduli spaziali, aggravate anche dalla proliferazione di microbi importati dalla Terra.
Obiettivo è la costruzione di un 'ideotipo' vegetale resistente alle condizioni extraterrestri, quali l’assenza di peso, le radiazioni cosmiche e i campi elettromagnetici. Da queste combinazioni genetiche potranno essere prodotte piante che accumulano grandi quantità di sostanze antiossidanti come le antocianine, le cosiddette “molecole-antidoto”, utili contro l’invecchiamento e presenti in grandi quantità nei frutti di colore scuro.
“Le nostre ricerche – aggiunge Benvenuto – mirano a favorire la sostenibilità dell’habitat delle stazioni spaziali grazie alla coltivazione di piante ‘tuttofare’, in grado di innescare un ciclo bio-rigenerativo di risorse vitali come acqua e ossigeno, di abbattere l’anidride carbonica e al tempo stesso di costituire un alimento sicuro per gli astronauti, ricco di molecole ad alto valore aggiunto”.