Lattuga, pomodori, cetrioli, mele, peperoni, fragole: complice la bella stagione, ne mangiamo a volontà. Proprio questi alimenti, tuttavia, conterrebbero le dosi residue più elevate di pesticidi interferenti endocrini, sostanze che possono alterare il metabolismo ormonale.
È quanto emerge da una denuncia di PAN Europe (Pesticide Action network), un network di organizzazioni non governative che promuove alternative sostenibili e naturali all'uso dei pesticidi.
Questo cocktail chimico che riveste frutta e verdura è correlato a riduzione della fertilità, aumento di alcuni tipi di tumore, pubertà precoce, diabete e obesità: gli interferenti sono presenti, in varia misura, anche in farmaci, cosmetici, contenitori di plastica e rivestimenti per lattine, mangimi per animali.
La questione è delicata e al centro di un costante dibattito. Da un lato, infatti, gli alimenti che finiscono sulle nostre tavole sono sottoposti a severi controlli per garantire la salute del consumatore finale.
Gli alimenti con maggiori residui di pesticidi sono:
- Lattuga
- Pomodori
- Cetrioli
- Mele
- Pesche
- Peperoni
- Fragole
A livello europeo è l'EFSA (European Food Safety Authority) a valutare i rischi relativi alla sicurezza degli alimenti e stabilire una dose giornaliera accettabile (DGA) di additivi o pesticidi "che può essere ingerita giornalmente per tutta la vita senza rischi significativi per la salute".
In Europa, inoltre, sono previsti tempi di sicurezza tra l'ultimo trattamento degli ortaggi e la raccolta, per ridurre al minimo i rischi per la salute del consumatore.
Ma molti prodotti provengono da paesi esterni all'Unione Europea, dove il controllo potrebbe non essere sempre così rigoroso.
Sapere quali sono gli alimenti su cui rimangono maggiori tracce di pesticidi può aiutare noi consumatori ad adottare alcuni semplici accorgimenti prima di consumare frutta e verdura.
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Gli alimenti su cui sono state trovate maggiori tracce di residui di pesticidi interferenti (fino a 30 quelli individuati) sono lattuga, pomodori, cetrioli, mele, pesche, peperoni e fragole. Meno contaminati risultano banane, carote, piselli e in generale gli ortaggi protetti da una buccia più spessa. I dati sono stati ricavati dalle tabelle ufficiali dell'EFSA e ulteriormente verificati attraverso una serie di analisi.
5 regole per togliere i pesticidi da tavola
Ma come tutelarsi dall'assunzione di queste sostanze? Ci sono alcuni piccoli accorgimenti che possiamo mettere in pratica.
1. Se possibile acquistate cibo proveniente da agricoltura organica: si trovano nella maggior parte dei supermercati e provengono da coltivazioni in cui non dovrebbero essere utilizzati pesticidi e fertilizzanti chimici. Certo in tempi di incertezza economica come questi non è un consiglio sempre facile da seguire, ma potreste scoprire che non lontano da casa esiste un coltivatore locale di fiducia o iscrivervi, per contenere le spese, a un gruppo di acquisto solidale.
2. Lavate attentamente frutta e verdura con acqua e bicarbonato: non servirà a rimuovere tutti i pesticidi, ma aiuta.
3. Sbucciate gli alimenti prima del consumo: a parte i pesticidi sistemici, che attraversano la buccia e penetrano all'interno della polpa degli ortaggi, la maggior parte degli interferenti rimane concentrato sulla scorza esterna.
4. Cercate di privilegiare gli alimenti meno contaminati.
5. Dove possibile, coltivate qualcosa nel vostro orto, in giardino o nei vasi sul balcone. Spesso, per questioni di spazio, dovrete accontentarvi di modesti risultati, ma potete sempre scegliere di far crescere da soli e in condizioni controllate gli ortaggi che solitamente contengono più tracce di pesticidi, così avrete un problema in meno da risolvere.
Ad aiutarci nella giungla di regole ed accortezze è anche la tecnologia: una nuova app per iPad e iPhone, con il rispettivo sito (whatsonmyfood.org, "Che cosa c'è nel mio cibo") permette di sapere se gli alimenti che consumiamo sono più o meno ricchi di pesticidi.
Naturalmente l'applicazione non analizza la singola confezione acquistata al supermercato, ma fornisce indicazioni di base su un particolare tipo di cibo. Promossa dal gruppo PAN (Pesticide Action Network), la app è disponibile al momento solo in lingua inglese.