Roma, 1 set. - (AdnKronos) - Un nuovo studio dell'Università di Glasgow indica una soluzione per una gestione europea più sostenibile della pesca a strascico: non superare i 600 metri di profondità. In caso contrario, si legge nell'articolo A Scientific Basis for Regulating Deep-Sea Fishing by Depth pubblicato su Current Biology, aumenta il numero di specie colpite e cresce il tasso di catture accessorie e di rigetti, in particolare tra le specie più vulnerabili come squali e razze. Di conseguenza, il valore complessivo delle catture diminuisce.
Lo studio è basato su un'analisi delle catture nel corso delle campagne sperimentali di pesca al traino nel nord-est dell'Atlantico. La principale autrice del rapporto, Joanna Clarke dell'Università di Glasgow, ha spiegato che "scendere più in profondità provoca sempre maggiori danni contro un beneficio ridotto per i pescatori e sembra che ad un limite di profondità di circa 600 metri si avrebbero benefici specifici per la conservazione."
Inoltre la ricerca ha dimostrato che i pesci e gli ecosistemi sedimentari delle acque profonde fungono da grandi pozzi di assorbimento di CO2, ma che la loro capacità è diminuita a causa della pesca a strascico d’alto mare. "Limitare la pesca a strascico a una profondità massima potrebbe soddisfare le esigenze legislative europee", concludono gli autori dell'articolo.
La pratica di trascinare le reti fissate a piastre in acciaio e cavi lungo il fondale è riconosciuta come la minaccia più seria per gli ecosistemi di acque profonde nel nord-est dell'Atlantico. Già nel luglio 2012 la Commissione europea aveva presentato una proposta per sostituire il regolamento sulla pesca d'altura in quella zona, attualmente carente. Questo settembre i 28 ministri della Pesca dell'Unione europea si riuniranno per dibattere una bozza di testo che include un limite di profondità al di sotto del quale sarebbero vietate le attività di pesca in alto mare con lo strascico e con reti da posta ancorate.
"I benefici ambientali superano di gran lunga i costi economici", ha detto Matthew Gianni, co-fondatore della coalizione internazionale Deep Sea Conservation Coalition, "quando i funzionari degli Stati membri si incontreranno a Bruxelles devono sostenere misure che andrebbero a proteggere una vasta zona degli oceani in tutta Europa, lo devono ai cittadini dell'Unione europea."
Dscc chiede inoltre all'Ue valutazioni di impatto ambientale per tutti i tipi di pesca in acque profonde, attrezzi da pesca eco-sostenibili e a basso impatto, una migliore gestione delle catture accidentali e la chiusura della pesca di fondo in zone vulnerabili.