Centomila tonnellate di metano in atmosfera in quattro mesi: quante ne immetterebbero, in un anno, mezzo milione di auto. A tanto ammontano i danni ambientali della perdita di gas da un giacimento esaurito utilizzato per lo stoccaggio di metano ad Aliso Canyon, a una cinquantina di chilometri da Los Angeles. Secondo gli esperti, l'impatto sul riscaldamento globale sarebbe maggiore di quello causato dal disastro della piattaforma petrolifera della BP nel 2010.
Una lenta emorragia. La fuga di metano è stata chiusa il 18 febbraio. Era stata individuata il 23 ottobre 2015 da uno dei 115 pozzi connessi a una riserva di metano sotterranea, la quinta più grande degli Stati Uniti. Per sette volte i tecnici della Southern California Gas Company, la compagnia che gestisce l'impianto, hanno provato a fermare la fuoriuscita di gas, inutilmente.
Minaccia inodore. In alcuni momenti la perdita è stata di 44-58 tonnellate all'ora, più una serie di altre componenti chimiche tossiche, come il benzene. Undicimila persone residenti nella zona sono state evacuate finché l'emergenza non è rientrata: per le sostanze inalate, ci sono stati episodi di nausea, capogiri e perdite di sangue dal naso.
Record negativo. Ora sono state completate le analisi dei dati raccolti da 13 velivoli di ricerca, che negli ultimi mesi hanno prelevato campioni d'aria a varie altezze dal suolo. Alcune rilevazioni erano così alte che i ricercatori hanno inizialmente pensato a un errore: la quantità di metano dispersa è la più massiccia mai registrate nella storia degli Stati Uniti (anche perché non sono avvenute esplosioni, che in altri disastri passati hanno consumato parte del gas emesso).
Peggio della co2. Oltretutto il metano, come gas serra, ha un effetto riscaldante 25 volte più alto di quello dell'anidride carbonica, nell'arco di 100 anni. La perdita avrà ripercussioni sulla capacità della California di rimanere al di sotto del tetto di emissioni dannose, ma in un mondo avvolto dalla stessa atmosfera, i danni sono comunque globali.