Gli incendi che stanno devastando le isole delle Hawaii sono tra i più mortali dal 1918 negli Stati Uniti: nel momento in cui scriviamo i decessi accertati sono 93 (ma il numero è destinato a salire, con circa mille persone ancora disperse) e gli ettari di terreno bruciati oltre 850. Ma com'è possibile che in un'isola con la flora così rigogliosa come quella hawaiana scoppino incendi così devastanti? Un articolo del New York Times fa il punto della situazione, e quel che emerge è tutt'altro che inaspettato: la colpa è dei cambiamenti climatici.
Meno piogge e più caldo. Dal 1990 le precipitazioni sono scese del 31% nella stagione umida e del 6% in quella secca: uno dei motivi per cui questo accade è il cambio del fenomeno meteorologico de La Niña, che dagli anni Ottanta ha iniziato a essere più debole e scaricare meno acqua. Un altro fattore determinante è l'aumento della temperatura dell'aria, che ha fatto sì che le nuvole si assottigliassero e quindi portassero meno piogge. Oltre a questo, i grandi temporali si sono spostati più a nord, facendo diminuire la quantità di acqua scaricata sulle isole hawaiane.
Tutti questi fattori sono probabilmente legati all'aumento delle temperature, spiega la climatologa Abby Frazier. Secondo i dati più recenti, quasi il 16% della Contea di Maui è colpita da siccità estrema e circa il 20% da siccità moderata.
La diminuzione delle precipitazioni ha causato a sua volta aumento delle temperature, salite di quasi un grado Celsius in 100 anni.
Nuove specie invasive. Alcune piante native che non resistono bene agli incendi sono andate distrutte, e a partire dagli anni Novanta in alcune zone sono diminuite le piantagioni di canna da zucchero e il terreno ha smesso di essere irrigato. Al posto di vegetazione nativa e piantagioni sono cresciute nuove specie di erbe invasive, più resistenti agli incendi e soprattutto facilmente infiammabili, che hanno aiutato il fuoco a diffondersi più velocemente.
Uragani. Tutti questi fattori sono stati amplificati a inizio agosto dall'arrivo dell'uragano Dora che, nonostante sia passato a centinaia di migliaia di chilometri di distanza dalle coste di Maui, ha causato venti di quasi 100 km/h che hanno alimentato gli incendi. Con l'aumento delle temperature dell'aria e dell'oceano, il riscaldamento globale fa sì che gli uragani diventino sempre più forti: «I venti secchi e potenti alimentano gli incendi: è parte di una tendenza a lungo termine connessa direttamente con i cambiamenti climatici che ha un forte impatto su queste isole», conclude Josh Stanbro, chief resilient officer (ovvero direttore per la resilienza urbana) a Honolulu.