Una zona della costa californiana nei pressi di San Diego si è tinta di rosa nei giorni scorsi per fini scientifici: i ricercatori mirano a capire come le correnti di acqua dolce contaminate che si gettano nell'oceano interagiscono con l'acqua salata e le onde, potenzialmente trasportando sedimenti e sostanze pericolose. I risultati delle sperimentazioni vengono pubblicati di volta in volta sul sito ufficiale del progetto PiNC (Plumes in Nearshore Conditions).
Incontro di acque. Il plume (o pennacchio) è la parte di un acquifero sotterraneo che trasporta le sostanze contaminanti: l'obiettivo dei ricercatori è monitorare i processi che si verificano quando piccoli pennacchi di acqua dolce si incontrano con la cosiddetta surf zone, l'area dove le onde si infrangono e si trasformano in schiuma. Fiumi ed estuari giocano un ruolo importante nell'immissione di acqua dolce, sedimenti e sostanze contaminanti nella zona costiera dell'oceano, ma si conosce ancora poco del modo in cui i due tipi di acqua interagiscono.
Gli strumenti dello studio. La tinta rosa utilizzata non è tossica ed è sicura per l'ambiente e gli essere viventi: per monitorarne il percorso, i ricercatori usano diversi strumenti inclusi droni, sensori attaccati a pali infilati nella sabbia e una moto d'acqua dotata di un fluorimetro – un apparecchio che misura la fluorescenza o la luce emessa dalla tinta. Sul fondale marino diversi sensori e ormeggi monitorano le correnti oceaniche e altre condizioni come l'altezza delle onde, le maree, la salinità e la temperatura dell'acqua.
Utile anche al resto del mondo. Il progetto PiNC, che prevede un totale di tre rilasci di tintura rosa tra gennaio e febbraio 2023, permetterà di capire meglio in che modo i flussi d'acqua dolce interagiscono con le onde del mare anche in altre parti del Pianeta. I risultati dello studio forniranno dati fondamentali per quantificare la diffusione di sedimenti, sostanze inquinanti, larve e altri materiali nelle acque costiere.