Roma, 24 nov. - (AdnKronos) - I mega pescherecci responsabili della pesca eccessiva sono una minaccia per i nostri mari ma anche per i nostri pescatori e le loro famiglie, perché senza pesci non c’è futuro. E' il grido d'allarme che si è alzato in oltre 20 Paesi di cinque continenti, lanciato da migliaia di attivisti e cittadini in occasione della settimana d’azione di Greenpeace contro la pesca eccessiva.
Dai pescatori senegalesi che mostrano uno striscione con scritto “La pesca eccessiva ci danneggia” a quelli delle Filippine, dall’iniziativa in strada in Australia a quella nel mare del parco della Maremma, in Italia. Anche i pescatori artigianali delle marinerie toscane di Talamone, Santo Stefano e Marina di Grosseto, sono infatti testimoni del declino che sta colpendo il mare e la loro stessa professione.
Oggi oltre il 10% delle popolazioni mondiali dipende dalla pesca per il proprio sostentamento ma recenti studi scientifici hanno evidenziato che il 90% degli stock ittici mondiali è pienamente o eccessivamente sfruttato e serve pertanto stabilire dei limiti alla pesca e regole efficaci per garantire il recupero degli stock ittici ormai al collasso.
Qualche settimana fa Greenpeace ha pubblicato il rapporto “Monster Boats, flagello dei mari” denunciando i venti mega pescherecci, che per dimensioni e metodi di pesca sono tra i più distruttivi della flotta europea che sfruttano eccessivamente le risorse marine, esportando la pesca eccessiva in tutti i mari e gli oceani del mondo.
“Oltre al mare, ai fondali e alle risorse ittiche, questi mega pescherecci danneggiano anche i piccoli pescatori artigianali che utilizzano metodi di pesca sostenibili e rappresentano la stragrande maggioranza della flotta peschereccia europea - commenta Serena Maso, responsabile Campagna Mare di Greenpeace Italia - Spetta ora ai decisori politici e ai ministri della pesca dell’Ue rispettare gli impegni presi e recentemente siglati dalla Riforma della Politica Comune della Pesca e garantire la fine della pesca eccessiva e il sostegno ai pescatori che hanno un basso impatto sull’ambiente”.